L’Aula della Camera ha iniziato, con gli interventi dei relatori, la discussione generale sul decreto legge Rilancio. In base a quanto deciso dai capigruppo di Montecitorio, non sono previste votazioni fino alle 15. Si presume che nel pomeriggio il governo ponga la fiducia sul provvedimento, che punta a far licenziare dall’Aula di Montecitorio entro mercoledì in modo da inviarlo al Senato.
LA DIRETTA DALL’AULA
Il decreto Rilancio, approvato il 13 maggio dal Consiglio dei ministri, si accinge a effettuare, con una certa lentezza, il primo giro di boa alla Camera per poi ottenere il via libera finale del Senato in tempi stretti (va convertito entro il 18 luglio). Il secondo, il decreto Semplificazioni, battezzata «la madre di tutte le riforme» dal capo del Governo, è atteso sul tavolo del governo nelle prossime ore, per un Consiglio dei ministri che inizierà alle 21 e trenta e un via libera, con ogni probabilità, con la formula “salvo intese”.
Dopo aver registrato molte modifiche nel passaggio in Commissione Bilancio della Camera – dall’estensione del superbonus del 110% per i lavori di riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici alle seconde case all’istituzione di un fondo ad hoc per gli aumenti degli assegni d’invalidità al 100%, agli incentivi fino a 3.500 euro per chi acquista auto euro6 fino al 31 dicembre – il provvedimento è approdato in aula a Montecitorio potrebbe tornare in commissione Bilancio della Camera per problemi di copertura rilevati in almeno un paio di modifiche apportate al testo. Il provvedimento è ora in discussione in Aula a Montecitorio e il rinvio “ex articolo 81 della Costituzione” dovrebbe essere disposto, secondo quanto si apprende, nel tardo pomeriggio di oggi. Una volta chiariti questi aspetti il Governo porrà la questione di fiducia sull’approvazione del decreto legge.
Il decreto Semplificazioni sta invece per approdare, dopo una lunga trattativa che ha coinvolto le forze di maggioranza e ha visto il capo dell’esecutivo cercare una mediazione, sul tavolo del Consiglio dei ministri. La riunione inizierà in serata. Su quel tavolo è atteso anche il Piano nazionale delle riforme.
Misure per il Mezzogiorno a rischio copertura nel decreto rilancio, da stamattina in discussione alla Camera. A quanto si apprende da fonti parlamentari dell’opposizione, il dl potrebbe, proprio per verificare queste coperture, tornare in Commissione Bilancio di Montecitorio. Si tratta di norme, a quanto riferito, presentate con stime di spesa basse, che invece necessitano di maggiori investimenti. Emendamenti su cui il governo aveva già dato parere positivo.
A rischio, in particolare, sarebbero le misure per la sospensione dei mutui delle Regioni speciali, il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo nelle aree del Mezzogiorno e nelle Regioni colpite dagli eventi sismici degli anni 2016 e 2017. Si tratta di coperture per complessivamente circa 100 milioni. La decisione sul ritorno del decreto in Commissione Bilancio arriverà nel pomeriggio, dopo il voto procedurale previsto.
Lega all’attacco. “Decreto rilancio in aula. Anzi no perché ci sarebbero emendamenti scoperti. E’ vergognoso che dopo settimane di ritardo il dl rilancio che doveva essere finalmente discusso oggi alla Camera rischia di tornare nuovamente in commissione perché ci sarebbero emendamenti senza coperture economiche” affermano i deputati della Lega in Commissione Bilancio.
“Questo governo è allo sbando totale. L’ennesima prova dell’improvvisazione di un esecutivo incapace di affrontare la situazione e bravo solo a fare annunci per prendere in giro gli italiani”, concludono i leghisti..
“Chi non capisce la sua scrittura è un asino addirittura – rincara il senatore Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega – Il Governo continua a emanare provvedimenti ingestibili, con lo svantaggio di non riuscire a gestirli”. “Abbiamo più volte criticato questo modo di fare del Governo, che per far contente tutte le componenti di maggioranza trasforma in enormi decreti ‘omnibus’ tutti i provvedimenti di gestione dell’emergenza. Per dare a ognuno la propria quota di marchette, si disperdono risorse, si ritardano i tempi, e si rende impossibile una analisi approfondita” aggiunge Bagnai.
“Il ritorno in commissione del Dl rilancio – prosegue – dimostra che questa nostra critica non è teorica, ma ha un impatto pratico. Nonostante una gestione impeccabile da parte del presidente Borghi, l’incapacità dei sottosegretari di gestire il pallottoliere degli emendamenti ha lasciato il provvedimento senza copertura per oltre 100 milioni. Il problema non è tecnico, in questo caso, ma politico. Gli uffici della Ragioneria sono essi stessi travolti dall’arroganza e dall’incompetenza di una compagine di Governo che invece di stabilire un rapporto costruttivo con l’opposizione la denigra, attribuendole la responsabilità di ritardi che sono esclusivamente dovuti all’incapacità della maggioranza. In assenza di un percorso condiviso e in presenza di un simile spreco di tempo e risorse, la Lega non darà deleghe in bianco in occasione del voto sullo scostamento”, conclude Bagnai.
Per quanto riguarda il provvedimento sulle semplificazioni, il braccio di ferro è stato tra M5s e Iv, favorevoli al “modello Genova”, e una parte del Pd e Leu che hanno frenato sull’ipotesi di un allentamento delle regole previste dal Codice degli appalti. Si sta ancora lavorando in queste ore per chiudere l’intesa sul testo finale. Lo affermano diverse fonti parlamentari di maggioranza secondo le quali si sta ancora discutendo sugli appalti e i commissari per le opere, sulle norme che riguardano l’edilizia e sulla valutazione d’impatto ambientale.