Dl semplificazioni: la Camera accorda la fiducia

La Camera ha accordato  la fiducia sul decreto semplificazioni. I voti  favorevoli sono stati 479,i no 75, gli astenuti sette. Su 561 deputati prsenti, i votanti sono stati 554.

Si tratta in questo caso della  decima fiducia che il Governo Monti ottiene, dall’inizio del suo mandato.

“Al Senato c’é abbastanza tempoper un esame approfondito del decreto Semplificazioni,  valuteremo le proposte emendative che verranno presentate al testo”: è quanto dichiara il ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi, dopo il voto di fiducia alla Camera. Inoltre, Patrono Griffi, ribadisce la disponibilità del governo ad “ascoltare le proposte di revisione”che saranno presentate. Inoltre, esprime soddisfazione per i lavori in commissione, risultati positiv grazie al contributo di tutti.

Niente tassa su disgrazia- Dal dl sulle semplificazioni, viene abolita la  “la tassa sulla disgrazia”, cioè l’obbligo per le Regioni di sovvenzionare gli interventi della protezione civile dopo le calamità naturale, aumentando le accise sulla benzina. E’ quanto si evince leggendo il testo portato oggi in aula sul quale è stato posta e votata la fiducia.

Saglia: Stabilizzazione insegnanti costa troppo – Stabilizzare 10.000 insegnanti di sostegno, così come previsto da un emendamento del Pd al decreto semplificazioni sarebbe costato 350 milioni, “troppi in un momento di scrifici”. Lo ha detto Stefano Saglia (Pdl), durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia alla Camera. Saglia, che è stato anche relatore al provvedimento, ha ricordato che sulla scuola c’é stato l’unico “scontro” tra i gruppi parlamentari nell’esame del decreto in commissione. “Non c’é nessuno – ha detto – che non voglia che la scuola abbia risorse adeguate. Però dobbiamo anche essere onesti. Non si possono invocare sacrifici per tutti e poi spendere 350 milioni per la stabilizzazione” di questi insegnanti, che secondo Saglia alla fine sarebebro ammontati a 2.000 unità. In più sarebbero stati “assunti senza un reale criterio di merito”. “In situazioni del genere – ha insistito – occorre attenersi al circolo virtuoso delle risorse disponibili, senza ricorrere a tasse occulte”. Insomma nei riguardi della scuola occorre “avere responsabilità e interesse, ma bisogna anche evitare la demagogia”.

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