“Giusto erogare incentivi alle imprese che vogliano assumere lavoratori disoccupati con contratto a tempo indeterminato e un progetto individuale di inserimento (contratto di rioccupazione): riteniamo sia questa la strada giusta per creare lavoro stabile e non alimentare il precariato, come purtroppo è successo con la modifica del contratto a tempo determinato a seguito del Decreto dignità”. Questa la posizione di Manageritalia sul decreto Sostegni bis ribadita oggi in occasione dell’assemblea della Federazione nazionale dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato) dal titolo ‘Riprendiamoci il gusto del futuro’.
Per Manageritalia, “il contratto a tempo indeterminato deve tornare ad essere il contratto-principe per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e per il reimpiego dei lavoratori che hanno perso l’occupazione”.
“La misura del contratto di rioccupazione – osserva – introdotto dal Decreto Sostegni bis, riproduce la disciplina degli incentivi per l’assunzione delle donne e dei giovani di cui all’ultima legge di bilancio e la estende a tutte le categorie di lavoratori dipendenti. Una misura di politica attiva assolutamente apprezzabile che va nella direzione di dare immediata occupazione a chi ha perso il posto di lavoro in questi anni di crisi”.
“L’unico dubbio che solleviamo – avverte Manageritalia – è sul dilagare del fenomeno delle decontribuzioni: quando la crisi sarà passata occorrerà limitare il riscorso agli sconti contributivi, perché anche se non si ripercuotono sul futuro previdenziale dei lavoratori interessati, perché coperti da contribuzione figurativa, in ogni caso creano debito pubblico per lo Stato e quindi aumentano l’ipoteca in capo alle giovani generazioni”.
“Abbiamo apprezzato – sottolinea – l’estensione dell’ambito di applicazione del contratto di espansione, sia in termini temporali (a tutto il 2023) sia sotto il profilo ampliamento dei soggetti beneficiari (potrà essere applicato anche alle aziende con più di 100 unità lavorative). Il contratto di espansione si sta rivelando un buono strumento di ricambio generazionale, che consente un’indennità per l’esodo dei lavoratori anziani e, a determinate condizioni, il turn over con ingresso di giovani lavoratori. Giusto quindi estenderne la portata temporale a tutto il 2023 consentendo a più imprese di utilizzarlo”.
Tuttavia, Manageritalia “suggerisce, per evitare comportamenti tattici da parte delle aziende, che il turn over avvenga non solo sul piano numerico (3 lavoratori in uscita e 3 in entrata) ma anche sul piano qualitativo, ovvero che vengano assunti lavoratori con la medesima qualifica di quelli in uscita”.