”E’ un decreto diverso dal passato perchè guarda al futuro, ad un Paese che riapre ma non lascia indietro nessuno“. Con queste parole il Presidente del Consiglio Draghi ha illustrato in conferenza stampa il Decreto Sostegni Bis. In arrivo, dunque, una nuova tornata di aiuti a sostegno dell’economia da circa 40 miliardi.
Due, in particolare, le novità come evidenziato dal Premier. Al criterio del fatturato si aggiunge, infatti, quello dell’utile “più giusto – ha spiegato Draghi – ma per accertare il quale occorre più tempo”. La platea dei beneficiari viene ampliata ad ulteriori 370 mila titolari di nuove Partite IVA.
- Replica del precedente intervento previsto dal primo decreto “sostegni”, con un contributo a fondo perduto per le partite IVA con determinate classi di ricavi, che abbiamo subito un calo del fatturato di almeno il 30 per cento tra il 2019 e il 2020;
- una seconda componente basata sul calo medio mensile del fatturato nel periodo compreso tra il primo aprile 2020 e il 31 marzo 2021;
- la terza avrà una finalità perequativa e si concentrerà sui risultati economici dei contribuenti, anziché sul fatturato. E proprio sulla base del peggioramento del risultato economico verrà assegnato il contributo.
Per quanti hanno già ottenuto il ristoro previsto dal primo decreto Sostegni, non serve domanda: riceveranno in automatico il medesimo importo del primo indennizzo sul conto corrente già indicato. Per chi avesse scelto di utilizzare la somma in credito d’imposta, il nuovo contributo sarà automaticamente riconosciuto nella stessa forma.
Sarà possibile poi chiedere il nuovo contributo in base alle perdite di fatturato non dell’intero 2020 sul 2019, ma del periodo primo aprile 2020 – 31 marzo 2021. In questo caso, invece, bisognerà presentare domanda (sarà l’Agenzia delle entrate a definire le modalità). Imprese e Partite IVA che hanno già ottenuto i ristori automatici sopra descritti, riceveranno il conseguente conguaglio. Nel caso in cui il ristoro già riconosciuto in automatico sull’intero 2020 fosse superiore a quello riparametrato, chiesto con la nuova domanda, l’Agenzia delle Entrate scarterà in automatico la nuova richiesta, senza prelevare la differenza.
Novità per le imprese che, facendo il calcolo sull’intero 2020, non avevano subito un calo di fatturato pari ad almeno il 30% sul 2019 (quindi tagliate fuori) che invece rientrano nel nuovo parametro prendendo come riferimento il periodo primo aprile 2020 31 marzo 2021 sui 12 mesi precedenti. Il nuovo contributo a fondo perduto si calcola con aliquote diverse.
- 90% della differenza media mensile, per le attività con fatturato o compensi 2019 fino a 100mila euro,
- 70% con fatturato 2019 da 100mila a 400mila euro,
- 50%, con ricavi fra 400mila e 1 milione di euro,
- 40%, fra 1 e 5 milioni di euro,30% fra 5 e 10 milioni di euro.
Escluse dal contributo al fondo perduto, le attività che nel 2019 hanno fatturato più di 10 milioni di euro.
Tra le novità del Dl Sostegni, l’introduzione del criterio del calo dell’utile, parametro “più giusto”, come sottolineato dal Presidente del Consiglio in conferenza stampa. Previsto un conguaglio per imprese e attività che hanno già ottenuto i precedenti contributi sopra descritti. potranno invece accedere interamente al nuovo ristoro, calcolato – anzichè sul fatturato – sul calo dell’utile le imprese – in possesso dei requisiti – che non avranno ancora ricevuto nulla.
In questo caso, però, bisognerà fare i conti con una tempistica più lunga, come ammesso dallo stesso Premier. Per effettuare il calcolo servono infatti i bilanci definitivi 2020.