Dl Sostegni, un ‘vaccino’ per immunizzare le risorse economiche dall’assalto dei clan

Dl Sostegni, un ‘vaccino’ per immunizzare le risorse economiche dagli assalti dei clan
Iezzi (Lega): “Le Richieste anomale di contributi finanziari sono aumentate dal 9 al 19 per cento”
Cattaneo (Forza Italia): “I sostegni alle microimprese sono una priorità”
Caso (M5s): “Ridurre la soglia degli aiuti dal 30 al 25 per cento”
Pastorino (Leu): “Semplificare puntando su digitalizzazione della PA”
“Le segnalazioni di richieste anomale di sostegno economico da parte di soggetti privati sono aumentate dal 9 al 19 per cento negli ultimi mesi. Numeri che fanno temere infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con una proposta di ‘welfare alternativo’ che rischia di avere un forte appeal nei confronti di chi è in difficoltà”. E’ l’allarme lanciato dal deputato della Lega, Igor Iezzi (Commissione Affari Costituzionali della Camera), nel corso del Forum “Quale vaccino per l’economia?” organizzato dalla Cassa ndi previdenza dei ragionieri commercialisti e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
“Il Covid 19 non solo ha ucciso migliaia di nostri concittadini – ha aggiunto il parlamentare – ma sta distruggendo la nostra economia. Ci sono situazioni critiche ad altissimo rischio. Ad esempio in Campania trentamila aziende sono a rischio chiusura. Occorre dare una risposta immediata. Servono indennizzi e aiuti economici che arrivino velocemente nelle casse delle imprese e nei portafogli delle famiglie. A breve – afferma Iezzi – dovremo procedere con un nuovo scostamento di bilancio per rispondere colpo su colpo alla crisi. Bisogna andare incontro alle sollecitazioni che vengono da parte degli imprenditori, dei professionisti e delle famiglie. Altrimenti lo farà qualcun altro. La durata di questo governo sarà legata a quante risorse saranno messe in campo per sostenere gli italiani”.
Criticità condivise da Alessandro Cattaneo (rappresentante di Forza Italia in Commissione Finanze a Montecitorio): “Il sostegno alle microimprese è la sfida da vincere a tutti i costi, se vogliamo trovare davvero un vaccino per la nostra economia. Stiamo parlando della spina dorsale del Paese alla quale deve essere garantita la sopravvivenza. A partire dall’offerta di risposte concrete per la liquidità. Le banche devono tornare a immettere nuove risorse con la garanzia dello Stato. Siamo impegnati in Commissione in un dialogo fitto con gli istituti di credito affinché questo sostegno venga dato al più presto. Bisogna, inoltre, dilazionare i debiti e le scadenze fiscali e per questo – continua Cattaneo – serve più coraggio da parte del Legislatore che deve considerare gli italiani non come un popolo di evasori ma come una comunità oppressa da un fisco troppo pesante e da tante iniquità. Utilizzare in questo senso la leva fiscale per il rilancio dell’economia può risultare vincente, a patto che sia utilizzata non per una mera redistribuzione della ricchezza ma come elemento per favorire la crescita”.
La necessità di procedere in modo spedito con la semplificazione è stata sottolineata da Andrea Caso (M5s e componente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati): “Serve un impegno comune da parte della politica per rendere facilmente accessibili le risorse messe a disposizione dal decreto Sostegni ampliando al massimo la fascia di beneficiari. Condivido l’emendamento presentato in Senato per ridurre la soglia delle perdite prese in considerazione per avere accesso ai sostegni dal 30 al 25 per cento. Gioca a favore di una semplificazione radicale – rimarca Caso – anche l’eliminazione di milioni di cartelle esattoriali che si riferiscono a crediti oramai inesigibili e che continuano ad affollare i magazzini dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Nel corso di un’audizione in Commissione è stato evidenziato come il 40 per cento di 987 miliardi di cartelle sia oramai ‘carta straccia’. Dobbiamo procedere con un grande alleggerimento che possa consentire un ritorno alla normalità e all’efficienza dell’intero sistema di riscossione”.
Anche per Luca Pastorino (Liberi e uguali e membro della Commissione Finanze della Camera): “Semplificare è la parola d’ordine. Ma va fatto con criterio, sfruttando le immense possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Bisogna puntare sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione che porti ad una ‘buona burocrazia’. Accanto a questo serve un meccanismo di perequazione che tenga presente anche le analisi sulle perdite accumulate dalle aziende in modo da poter rendere più efficiente la distribuzione dei sostegni. Dobbiamo affiancare ai temi economici quelli di un welfare nuovo, al passo con i tempi e con la straordinaria emergenza che stiamo vivendo. Senza aiuti concreti per famiglie e imprese – osserva Pastorino –  il rischio di contagi malavitosi cresce enormemente. Su questo punto ritengo infine determinante anche la riapertura in piena sicurezza delle scuole per rispondere alle esigenze di crescita e il futuro formativo delle prossime generazioni”.
Non si è sottratto dalla proposta di un ‘vaccino’ per l’economia Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione della Cnpr: “Vorrei proporre il ‘vaccino della semplificazione’ per tutte le procedure. Il Legislatore deve necessariamente sollevare gli operatori della PA dal timore delle responsabilità civili, penali e erariali che comportano la paralisi delle firme. Limitando le responsabilità ai casi di dolo e consentendo all’amministrazioni la possibilità di rivalersi sul dipendente in caso di colpa grave. I dirigenti interni degli uffici, con il nostro contributo, possono rivedere il sistema. Oltre alla riduzione al 25 per cento della soglia per i sostegni, bisogna intervenire sugli avvisi bonari che escludono le partite iva attive e sul differimento dei pagamenti delle rate della rottamazione e del saldo e stralcio. La scadenza del 31 luglio rischia di essere un flop”.
Per Pasqua Borracci (consigliere dell’Istituto nazionale degli Esperti contabili): “Bisogna porre con forza la questione della crisi di liquidità e della perdita dei posti di lavoro. Circostanze che amplificano a dismisura il rischio di inserimento della criminalità organizzata approfittando di questo momento di crisi”.

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