Dopo i colloqui, Fico dovrebbe riferire a Mattarella, ma non è escluso che possa chiedere tempo supplementare. Alle 19.30 è prevista l’assemblea congiunta dei parlamentari 5 stelle con i capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli. Il capogruppo dem Marcucci annuncia invece che l’assemblea dei senatori Pd si terrà a Palazzo Madama il 2 maggio: ‘Io resto della mia posizione: un accordo è molto difficile’.

Ieri, dopo l’apertura del Pd al dialogo col Movimento 5 Stelle, ha parlato nuovamente il segretario dem Maurizio Martina, ribadendo i concetti espressi dopo le consultazioni: ‘C’è preoccupazione vera rispetto a un governo a trazione leghista e l’impressione che ho è che tanti chiedano di provare a fare un lavoro, sapendo che è complicato, nessuno la fa facile. Se il rischio è consegnare il Paese a derive pericolose, c’è una consapevolezza del Pd nel provare a prendere un’iniziativa, sapendo che non è facile’. Il segretario ha lanciato un appello a tutte le foze del Pd: ‘Decideremo insieme e quel che decideremo impegnerà tutti’.

Matteo Renzi, a Firenze per la manifestazione dell’Anpi col Pd locale, ha chiesto: ‘Vi piacerebbe un governo del Pd con i Cinque stelle?’.  Tra favorevoli, contrari e chi si e’ astenuto con un sorriso, l’ex premier si è mantenuto neutro rinunciando a dire la sua, come fatto per altro in questi ultimi giorni. Nel frattempo, il  sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli chiede a Renzi di ritirare le dimissioni e ‘guidare il partito in questo confronto’.

Ieri Luigi Di Maio, come è noto, almeno a parole, ha scaricato definitivamente Matteo Salvini: ‘Il discorso con la Lega si chiude del tutto’, ha detto dopo il colloquio con Fico. Uno stop che Martina definisce ‘un passaggio politicamente importante perché escludere definitivamente una trattativa come quella che abbiamo visto fin qui tra Lega, Cinque stelle e centrodestra è un passaggio che avevamo chiesto ed effettivamente le parole di Di Maio sono state molto nette e molto chiare’.

Secondo Silvio Berlusconi, che ha parlato ieri sera in un breve intervento a Pordenone, la proposta di governo dovrebbe essere bocciata dall’assemblea Pd.  Il Cavaliere, alle celebrazioni per il 25 aprile alle Malghe di Porzus (Udine), usa toni ‘istituzionali’, abbassando il livello dello scontro: ‘Siamo impegnati a cercare una soluzione alla crisi politica,  senza veti né preclusioni, rispettosa del voto espresso dagli italiani. Siamo di fronte a un grave pericolo’.

L’altro giorno, continua,  stavo dando una mano a delle persone e gli ho chiesto come si sentissero di fronte a questa formazione politica, che non si può certo definire democratica. Uno mi guarda negli occhi e mi dice ‘credo che ci sentiamo come gli ebrei al primo apparire della figura di Hitler’, dice  riferendosi, ovviamente, al M5S.

 In realtà si teme  l’ipotesi dell’esecutivo ‘del presidente’, in pratica, un altro governo-tecnico.

Di sicuro c’è che il Paese, 50 giorni dopo il voto, non può più permettersi di rimanere in stand-by. Vuoi per le tensioni internazionali, fra dazi e venti di guerra, come ricordato da Mattarella nel suo richiamo alla responsabilità , vuoi per le urgenze interne allo Stivale stretto nella morsa della disoccupazione, del divario Nord-Sud, con le aziende in crisi e le scadenze in Europa.

Fra i nomi di possibili premier che potrebbero assumere l’incarico a tempo, circola quello di Alessadro Pajino, presidente del Consiglio di Stato dal 2016: giurista palermitano (classe 1948), è molto vicino a Mattarella. Ma anche quello dell’ex ministra della Giustizia Paola Severino, che sarebbe gradita ai 5Stelle: porta il suo nome la legge che esclude i condannati dalle cariche pubbliche per alcuni reati gravi. Severino sarebbe anche la prima donna a capo del governo della storia d’Italia.Sabino Cassese, decano del diritto amministrativo e professore emerito alla Normale di Pisa è un altro nome che continua a girare. Alte anche le quotazioni dell’ economista Carlo Cottarelli.

 Il movimento Cinque Stelle, sia chiaro, non è disponibile a dare la fiducia a governi tecnici, del presidente, governi di garanzia, di scopo. Se Fico dovesse fallire, afferma Di Maio, ‘per noi si dovrà tornare alle urne’.  Ma per il M5s con 338 eletti, ‘non esiste opposizione’.

La webtv e il canale satellitare della Camera trasmetteranno in diretta le dichiarazioni delle delegazioni.