Dombrovskis: ‘Il Mes è come chiesto dall’Italia’

Intervenuto ai microfoni de il ‘Corriere della Sera’, Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione che coordina la risposta alla recessione da Covid, parla della reazione europea all’emergenza coronavirus. Sul tavolo della discussione ovviamente ci sono anche temi come il Mes e il Recovery fund.

Nella prima parte della sua intervista Dombrovskis ha parlato del Patto di Stabilità evidenziando come non sia sospeso ma condizionato dall’attivazione della clausola generale di fuga. “Il Patto di stabilità non è sospeso. Abbiamo solo attivato la “General Escape Clause”, la clausola generale di fuga, che certo ha conseguenze importanti e infatti non stiamo indicando ai governi obiettivi di debito e di deficit. Ma questa clausola ha anche chiare condizioni di scadenza e si applica in caso di una severa contrazione dell’economia. Quando poi non saremo più in una fase di severa caduta dell’economia, abbiamo detto che l’avremmo disattivata. Non possiamo dire quando, data l’incertezza. Torneremo sul tema in autunno. Di recente lo European Fiscal Board ha suggerito che la clausola andrebbe rivista entro primavera prossima al più tardi”.

Per quanto riguarda l’Italia, il governo procederà con un nuovo scostamento di bilancio: “Possono aumentare il deficit per la risposta alla crisi. Allo stesso tempo, devono tenere a mente la sostenibilità di bilancio di medio termine. Devono perseguire politiche di bilancio prudenti, non appena la situazione lo permette. Livelli di deficit e debito molto alti sono una fonte di preoccupazione. Non c’è condizionalità macroeconomica o finanziaria. Penso che questo fosse un punto molto importante per l’Italia’.

Parlando del Mes Dombrovskis ha voluto evidenziare come la formula proposta dall’Ue sia sostanzialmente quella richiesta dall’Italia: ‘È disponibile per tutti nell’area euro, ma tocca ai governi decidere. In ogni caso il punto che l’Italia sollevava con grande forza sul Mes riguardava la condizionalità. E questo programma è stato disegnato in modo che non ce ne sia; il solo requisito è che i soldi siano spesi in spesa sanitaria diretta e indiretta. Non c’è condizionalità macroeconomica o finanziaria. Penso che questo fosse un punto molto importante per l’Italia ed è stato soddisfatto in pieno. Nel caso dell’Italia ora sono disponibili oltre 35 miliardi , con risparmi importanti sugli interessi: centinaia di milioni di euro di risparmi ogni anno per un decennio”.

Nella fase conclusiva della sua intervista al ‘Corriere della Sera’ Dombrovskis ha parlato del Recovery fund, su come debbano essere utilizzati i fondi e su come il tempo per chiudere la trattativa europea sia poco: ‘La Recovery and Resilience Facility è lì per finanziare riforme e investimenti. In base alla nostra proposta, i governi fanno i loro Recovery Plan e la Commissione valuta se sono in linea con le priorità europee, per esempio nell’ambiente o nel digitale. Tocca poi ai governi stessi indicare dei benchmark, delle soglie di riferimento, e l’adempimento dei benchmark permettere di versare i finanziamenti europei. La Commissione dovrà approvare i piani, ma in cabina di pilotaggio ci saranno i governi stessi. Sottolineo il senso di urgenza. Parte del denaro sarebbe disponibile già quest’anno, ma abbiamo bisogno di un accordo già questo mese. Condivide il senso di urgenza anche la Germania, che ha la presidenza di turno dell’Unione europea. Certo ci saranno discussioni difficili, per esempio sulla suddivisione fra prestiti e trasferimenti diretti di bilancio’.

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