Domenica 15 dicembre, alle ore 18, nella Sala Maria Lorenza Longo nel Monastero delle Trentatré, in Via Armani 16 a Napoli, per il quinto appuntamento di “Mozart nostro contemporaneo” l‘Ensemble Dissonanzen, che chiude la rassegna Sorgenti 2024, presenta, accanto alla Sinfonia K 504, una delle ultime sei sinfonie di Mozart, trascritte da Muzio Clementi ai primi dell’800 per l’originale formazione costituita da flauto, violino, violoncello e pianoforte, due brani recentissimi dei compositori Alessandra Bellino e Vincenzo Giulio Gualtieri, le cui musiche si associano per contrasto o per assonanza al capolavoro mozartiano. La modernità delle ultime sinfonie di Mozart, il loro essere fuori dal loro tempo e proiettate verso il futuro le rende simbolicamente il punto di partenza ideale per un percorso sulla sperimentazione. Tra le ultime sinfonie di Mozart, la K 504 detta “la Praga” è proprio una di quella che più mostrano, nell’opera dell’ultimo Mozart, caratteri di forte originalità.
La Sinfonia «Praga» fu completata da Mozart il 6 dicembre del 1786 e deve il suo nome alla città nella quale fu eseguita per la prima volta, il 19 gennaio dell’anno successivo. Mozart aveva trovato a Praga la considerazione e il successo di pubblico che non riusciva a ottenere a Vienna, dove il suo sostentamento continuava a basarsi essenzialmente sulle lezioni private e sulle accademie; in una lettera all’amico Gyrowetz che partiva per l’Italia troviamo queste parole eloquenti: «Oh uomo fortunato! Come sarei felice di viaggiare con Lei! Guardi, devo ancora dare una lezione per guadagnare qualcosa!». Questa situazione determinò, per reazione, una profondità di pensiero creativo ancora maggiore; come scrisse il biografo mozartiano, Hermann Abert: «La sua concezione del mondo si allontanò poco a poco da quanto lo circondava e la sua arte divenne sempre più soggettiva; il lato passionale, “demoniaco” della sua natura prese il sopravvento, come dimostra Ira l’altro l’arricchimento armonico e contrappuntistico della sua scrittura».
Accanto al capolavoro mozartiano Dissonanzen presenta un recentissimo lavoro di Alessandra Bellino, Vox in triplum (2023), per flauto, viola e pianoforte. La composizione è liberamente ispirata all’incipit del “Larghetto” del Triplo Concerto op. 56 di Beethoven: si tratta di una libera invenzione dai toni ora estroversi ora più intimi con reminiscenze dell’arcaico canto gregoriano “da pacem”, in cui il pianoforte innesca flauto, viola e violoncello ad esprimere una sola voce, triplicandola con tecniche mutuate dall’antico organum e tutti moltiplicano e riverberano questa “preghiera” che si esprime come universale.
Il programma, quasi in contrasto con l’impatto sonoro e formale della sinfonia di Mozart, è completato da Flou (2023) per pianoforte di Vincenzo Giulio Gualtieri. Come scrive Renzo Cresti «Flou è un pezzo delicato, in pianissimo e con note vibrate, basato su una stratificazione polifonica. Vi sono assonanze, echi di memorie, figure cangianti e loro ricomposizione, aspetti sublimali che portano alla catarsi finale. L’andamento è lento e trapelato, palpitante in alcuni momenti. Propone un’atmosfera sfumata ma non sfuocata, morbida e vaporosa».