Morta per un embolia polmonare. A rivelarlo, l’ autopsia sul corpo di Grazia Maria Li Vigni, la casalinga di 32 anni che, all’inizio di dicembre all’ospedale “Cervello” di Palermo, era stata sottoposta a un’interruzione di gravidanza. Dopo le dimissioni, avrebbe avuto una serie di problemi e, nonostante si fosse recata piu’ volte al pronto soccorso della struttura perchè accusava alcuni problemi, è deceduta il 6 gennaio.
I medici che l’avevano in cura, sono stati iscritti nel registro degli indagati.
I camici in bianco in questione, sono sette: quattro del pronto soccorso, due pneumologi e un cardiologo – che hanno così potuto nominare dei propri consulenti. Le prime operazioni, che sono riprese oggi pomeriggio, si sono da poco concluse e, secondo i medici legali, la causa della morte della donna sarebbe un’embolia polmonare. Una complicazione che può sorgere dopo qualsiasi tipo di intervento chirurgico e per la quale è prevista una terapia specifica. A Grazia Maria Li Vigni sarebbero stati somministrati, invece, soltanto degli antibiotici. L’ipotesi è che i medici non abbiano compiuto gli esami appropriati e non si siano dunque accorti dell’embolia.
L’inchiesta per omicidio colposo è coordinata dal sostituto Gianluca De Leo e dall’aggiunto Maurizio Scalia.