Le 13 del primo sabato di agosto, la campagna rovente di Ombriano, alle porte di Crema: una donna, sola in un campo, davanti un ristorante, si cosparge con un liquido e si dà fuoco. Un uomo, di passaggio in auto con la moglie, vede tutto: inchioda, scende di corsa e prova a spegnere le fiamme con la prima cosa che trova, un asciugamano da palestra. E’ l’unico a cercare di fare qualcosa: mentre la donna brucia, altri dal parcheggio riprendono la scena con il telefonino. Sconvolto dalla tragedia e dall’indifferenza dei presenti, il soccorritore scrive al sindaco di Crema, Stefania Bonaldi che pubblica il racconto “agghiacciante” e si chiede “cosa siamo diventati?”. “Una donna poco fa, al campo del Mezzo si è data fuoco – spiega l’uomo – Mentre passavo con mia moglie sono sceso subito dall’auto e ho cercato di spegnere quello che potevo con un asciugamano da palestra. La signora bruciava nel campo di fronte e io ero l’unico che cercava di fare qualcosa. In compenso una ventina di persone con il telefonino, che riprendevano la scena”.
“Comprendo che non tutti possano avere il sangue freddo e la prontezza per intervenire quando una persona si dà fuoco. Si può rimanere gelati dallo shock di quanto sta accadendo, anche coi 40 gradi di oggi. Ma – commenta il sindaco – se gli spettatori di questa tragedia hanno avuto la freddezza di prendere il telefonino ed immortalare la scena, anziché correre in aiuto o chiamare i soccorsi, allora dobbiamo farci delle domande. Serie e molto, molto urgenti. Cosa siamo diventati? E se quella donna fosse stata nostra figlia, sorella, moglie, madre? Cosa può renderci così insensibili e distaccati verso la sofferenza degli altri? Perché questa indifferenza? Un abbraccio a questo ‘buon samaritano’, che passava per caso e si è fermato a prestare aiuto, anche se evidentemente non è bastato, ed un pensiero pieno di dolore per questa donna”. “Non è un buon giorno, oggi, Crema”, conclude con amarezza.