Doppio cognome ai figli, Salvini attacca dopo la sentenza

Nella giornata di martedì 27 aprile, la Corte Costituzionale ha stabilito che sono da ritenere illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai figli, con riferimento ai figli nati all’interno di un matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi.

La sentenza della Corte Costituzionale ha giudicato “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio” la regola secondo cui è attribuito in modo automatico il cognome del padre.

Alla luce di quanto stabilito dalla Consulta la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, in accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due.

Spetta ora al legislatore regolare tutti gli aspetti connessi alla decisione. La sentenza verrà depositata nelle prossime settimane.

La sentenza della Corte Costituzionale ha fatto rapidamente il giro del web, rilanciata da testate giornalistiche, siti e social network. Proprio su un social network, cioè ‘Twitter’, è arrivato il commento del leader della Lega Matteo Salvini. L’ex ministro dell’Interno ha condiviso la notizia e ha scritto: “Per la serie ‘le priorità per l’Italia…’“.

La ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità Elena Bonetti ha, invece, dichiarato al ‘Corriere della Sera’: “Una sentenza storica. Finalmente si afferma in linea con la Costituzione che nel diritto di famiglia non ci sia una prevalenza del maschile sul femminile”.

La Corte Costituzionale si è pronunciata sulla norma che non permette ai genitori, di comune accordo, di attribuire al figlio il solo cognome della madre e su quella che, in assenza di un accordo, impone il solo cognome del padre, anziché quello di entrambi i genitori.

In attesa che la sentenza sia depositata, l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale ha reso noto che le norme censurate sono state dichiarate illegittime per contrasto con gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, tutti e due i genitori devono poter condividere la scelta sul cognome.

La scelta sul cognome è, infatti, ritenuta un elemento fondamentale dell’identità personale.

L’avvocato Domenico Pittella, il legale che, col collega Giampaolo Brienza, ha rappresentato la coppia della Basilicata dalla cui vicenda è scaturita la decisione della Consulta.

Le sue parole: “È una grande soddisfazione. La coppia che ha intrapreso questo complesso e faticoso iter giudiziario mi ha chiamato poco fa: sono commossi e consapevoli di avere scritto una pagina storica. Loro ci hanno sempre creduto”.

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