Lo scandalo-dossieraggio? Niente di grave, secondo Massimo Giannini. Anzi, l’intera vicenda, semmai, viene usata dal centrodestra come una sorta di arma. Questo il succo del pensiero espresso dalla firma di Repubblica a Otto e Mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber su La7.
Nel corso della puntata, Gruber si rivolge a Giannini e chiede: “È più chiaro questo cosiddetto scandalo spioni? La firma di Repubblica si scatena: “Come spesso accade in Italia la situazione è grave ma non è seria. Grave perché questa grande quantità di accessi a banche dati riservati, accessi che riguardano un po’ ogni tipo di personaggi… tuttavia mi sembra che stiamo oscillando tra il golpe e il Watergate all’Amatriciana, come dico io”.
“Non abbiamo elementi per parlare di dossieraggio, tutta questa mole di dati non si sa se li commissionava qualcuno – riprende -. Perché la destra cavalca il caso? Cavalcano l’onda del golpe, della democrazia sotto attacco. Ma a me non sembra, propendo più per il golpe all’Amatriciana. Semmai è la destra che ha un know-how in materia… Ne hanno tirati fuori di tutti per mettere sotto attacco alcune istituzioni che danno fastidio e anche i giornalisti: questa vicenda viene usata come una clava contro i giornalisti.
“Il caso spioni è un polverone, e avendo abboccato al precedente polverone, che era il caso della Loggia Ungheria, non vogliono abboccarne a due di seguito. Per adesso non si vede nulla, hanno ripescato Lady Golpe…”. Paolo Mieli, sempre ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, minimizza sull’inchiesta di Perugia sul dossieraggio. “Quindi sbaglia la destra a usarla strumentalizzandola così tanto?”, domanda la Gruber: “La cavalcano tutti e due, mi pare che anche Elly Schlein abbia detto che è una cosa gravissima. Vedremo quello che diranno in Parlamento, per me non diranno nulla. Quando un caso è significativo c’è qualcosa che tu ti ricordi, qua mi ricordo solo che c’è una manovra di Lotito contro Gravina… Ma che ne me importa a me? Oppure per prendere sottocosto un convento di Santa Severa. Fesserie. E stiamo inchiodati da venerdì scorso a parlarne”.
Interviene Francesco Specchia, penna di Libero che ha titolato sul “Complotto contro il centrodestra”: “Però Mieli, che è dotato di un acume superiore alla media di noi giornalisti e che ha fatto lo scoop dell’avviso di garanzia contro Silvio Berlusconi, il concetto è il significato, capire che ci sono persone che vengono intercettate”.
“Ma qua non si tratta di intercettazioni – ribatte l’editorialista del Corriere della Sera – ma di un servizio di Banca d’Italia che quando vede dei movimenti sospetti di denaro manda un allarme. I funzionari dell’Antimafia hanno diritto ad accedere, poi c’è un terzo passaggio della trasmissione ai giornali di questa notizia. Ma noi sui giornali non abbiamo visto nulla. I ministri, Fedez, Colao, Conte, la compagna di Conte: abbiamo visto i passaggi di denaro sui giornali? No”. “Ma il problema è il secondo passaggio, non il terzo”, ribatte Specchia mentre la Gruber si affretta a chiudere: “Non si può parlare di dossieraggio né di intercettazioni”.