Una commissione parlamentare d’inchiesta sul caso dei presunti dossieraggi a danno di politici, imprenditori e vip. È la proposta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che nel contempo esprime “piena fiducia” nel lavoro portato avanti dalla commissione Antimafia e, analizzando la vicenda, rimarca: “Le parole usate da Cantone sono state estremamente forti. Credo che adesso abbiamo raggiunto il punto cruciale, forse un punto di non ritorno”.
“Ho già detto tutto quello che avevo da dire. Se il Csm riterrà opportuno ci sentirà, quanto al Copasir gli riferiremo le informazioni di loro competenza” lo ha detto il procuratore di Perugia Raffaele Cantone dopo l’audizione in commissione antimafia sul caso dossier.
“Non spetta a me stabilire cosa è dossieraggio e cos’è informazione, perché questa è una terminologia che dal punto vista tecnico non significa nulla. Io dico che quella che è stata effettuata da Striano è una ricerca spasmodica di informazioni su una serie di soggetti”, le parole del Procuratore di Perugia Raffaele Cantone in commissione parlamentare antimafia in merito all’inchiesta sui presunti dossieraggi.
“Io non mi occupo di bolle di sapone. E chi parla di bolle di sapone ne risponderà nelle sedi giuste”, le parole di Cantone in commissione.
La premier Giorgia Meloni, dal canto suo, auspica “che il Parlamento approvi prima possibile il ddl cyber, perché a questo punto sono norme che ancora di più diventano molto, molto urgenti. Se ci fossero già state queste norme, sarebbe stato più difficile fare quello che abbiamo scoperto, anche in termini di pene la risposta sarebbe stata più significativa”. Secondo l’inquilina di Palazzo Chigi, insomma, “sul vergognoso caso ‘dossieraggio’ bisogna andare fino in fondo. Non basta sapere chi sono i funzionari che violavano le banche dati riservate, bisogna soprattutto sapere chi sono i mandanti e quali sono gli interessi che si nascondono dietro questo sistema da regime”.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha avuto un colloquio definito da Nordio “informale”, si dice disponibile “per un’audizione in relazione al caso dossier generato da un mio esposto” al Copasir e all’Antimafia, dove sono stati già sentiti il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, e il capo della procura di Perugia, Raffaele Cantone, che ha parlato di un “verminaio” e di 33.528 file scaricati dal luogotenente della guardia di finanza, Pasquale Striano, in quattro anni. Il governo affronterà questa questione rovente a stretto giro. Intanto, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, avverte l’esigenza di “innalzare i meccanismi di tutela che impediscono accessi abusivi” alle banche dati. “Colpisce – aggiunge – che si siano protratti nel tempo. Serve creare degli scudi che proteggano le informazioni sensibili, mentre certamente non è affatto saggia l’idea di eliminare queste banche dati”.
Intanto, la proposta di Nordio di istituire una commissione d’inchiesta divide la politica. Per il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, “è certo che bisogna scoprire la verità, ma vediamo qual è la forma: può essere una commissione di inchiesta ma c’è già la commissione Antimafia che ha poteri come l’autorità giudiziaria. Poi c’è la magistratura e io credo che entrambi i magistrati che seguono la vicenda, Cantone e Melillo possano già dirci molto”. Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato di Azione, Enrico Costa, che definisce “intempestiva” la proposta del Guardasigilli. Mentre il leader di Italia viva, Matteo Renzi, plaude all’idea del ministro: “Una proposta sacrosanta. Noi su questo siamo a disposizione, perché non succeda mai più, perché altrimenti la democrazia è a rischio”. Mentre dal M5S la vicecapogruppo alla Camera, Vittoria Baldino, si scaglia contro “i vergognosi attacchi della maggioranza a Federico Cafiero de Raho”, che “dimostrano quale sia la visione che il centrodestra e il suo governo hanno sulle politiche per la giustizia. Gettano fango su un baluardo dell’antimafia, perché operano costantemente per indebolire e delegittimare tutti i presìdi di contrasto al malaffare dei colletti bianchi e contro ogni istituzione deputata al controllo di legalità”.
Alla Leopolda non era presente Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia era stato annunciato come ospite alla dodicesima edizione della kermesse renziana, annunciato proprio per un dibattito con Matteo Renzi sulla giustizia e sullo scandalo-dossieraggio. Ma, da via Arenula, hanno fatto sapere che il Guardasigilli non ci sarebbe stato né di persona né in collegamento.
“In merito a informazioni circolate, si precisa che il ministro Nordio non parteciperà oggi, nè in presenza nè da remoto, alla Leopolda di Firenze”: questo quanto hanno fatto trapelare fonti di via Arenula.
E la notizia ha fatto insorgere parte di Italia Viva, con Maria Elena Boschi in prima linea: “Alle 10 di questa mattina il ministro Nordio mi ha confermato personalmente la sua partecipazione alla Leopolda. È ovvio che ha avuto pressioni politiche per annullare – spara la Boschi -. Dispiace soprattutto purché questa Leopolda, forse la più partecipata di sempre, lo avrebbe accolto con piacere. E rifiutare un confronto civile non è nello stile di Nordio. Peccato”.