Dossieraggio, Question time di Crosetto al Senato: ‘In gioco c’è la credibilità delle istituzioni. Necessario andare a fondo’

Il ministro Guido Crosetto, intervenendo al Question time in Senato sul caso dei dossieraggi, ha inquadrato la vicenda nella sua dimensione più insidiosa: In ballo non ci sono solo la privacy e i diritti di chi ha subito gli accessi illegali. In ballo ci sono la credibilità delle istituzioni, la fiducia che i cittadini possono riporre nei loro confronti. Bisogna “andare a fondo di quelle che sono le logiche, i calcoli che ci sono stati dietro”, fugando il rischio della facile scappatoia delle singole mele marce. La posta in gioco, è è troppo alta. Il rischio è che anche questa vicenda finisca come tante altre e come quella di Palamara, che in questi anni non hanno portato ad alcun accertamento definitivo, ma soltanto a liquidare alcune persone, come in questo caso Striano e Laudati, senza andare a fondo di quelle che sono le logiche, le persone, gli interessi, i calcoli che ci sono stati dietro’.

Crosetto, dalla cui denuncia tutto è partito e che per questo ha ricevuto un pubblico ringraziamento dal procuratore Raffaele Cantone, nel corso di quell’audizione in Antimafia in cui ha parlato di “un verminaio”. Un passaggio sul quale lo stesso Crosetto si è soffermato, premettendo che “la denuncia riguarda il cittadino Guido Crosetto più che il ministro della Difesa, è un atto che ho fatto come cittadino.

Epperò c’è un’altissima caratura istituzionale sia nella denuncia sia nel richiamo che Crosetto ha voluto fare alle Camere. “Quando gli accessi non sono uno ma migliaia” e formano “dossier che non servono alcuna attività di indagini, ma che vengono forniti ad altre persone non so per quale utilizzo”, allora il Parlamento “deve interrogarsi sulle regole in atto, sulle persone che ne possono abusare, su quelle che possono avere interessi, su come possono influenzare la vita democratica del Paese”.

“Mi auguro che questo percorso venga fatto dal Copasir, dalla Commissione Antimafia, dalla Commissione speciale, non sta al governo o a me dirlo”, ha spiegato ancora, sottolineando che ciò che conta, ciò che va tenuto presente è un obiettivo irrinunciabile: “Va ripristinata la credibilità delle istituzioni nel suo complesso. In questo momento le persone che amministrano la giustizia, la polizia giudiziaria, le persone che hanno accesso a queste banche dati, tutti noi veniamo coinvolti da una delegittimazione complessiva, in cui sembra che lo scontro di potere autorizzi chiunque a fare qualunque cosa. Quanto invece alla possibilità che dietro questa vicenda ci siano delle problematiche che possano riguardare la sicurezza nazionale dal punto di vista militare e della difesa del Paese, non la vedo. Sono altri i tipi di problematiche e riguardano il nostro sistema interno’’.

Raffaele Cantone, ha riferito per  ore in Commissione Antimafia: “Bisogna tutelare le banche dati, non solo quella della Dna, ma tutte quelle che hanno atti giudiziari. I numeri sono molto più preoccupanti di quelli emersi, inquietano, sono mostruosi. Non mi occupo di bolle di sapone. E chi parla di bolle di sapone ne risponderà nelle sedi giuste. Esiste un limite a tutto, se non si conoscono gli atti non si può esprime giudizio”.

Per Cantone “c’è l’esigenza di una serie di strumenti come delle infrastrutture telematiche giudiziarie e vorrei ricordarlo in un momento nel quale con grandissima fatica ci stiamo avviando al processo telematico. Ci sono nomi anche rilevanti, c’è la compagna di un ex presidente del consiglio che non era di centrodestra, ma certamente la maggior parte degli accessi ha riguardato esponenti di centrodestra. C’era anche un esponente del Pd: se qualcuno avesse spiegato e volesse spiegare il perché sarebbe molto più semplice capire ma le valutazioni politiche spettano a voi’.

Cantone ha smentito bavagli e cose del genere. “Qualcuno ha detto che stiamo attaccando la libertà di stampa, per me è un principio fondamentale e la stampa svolge un ruolo determinante. Conosco bene quali sono i limiti e i diritti della stampa. Più ragioni ci hanno portato a chiedere questa audizione: quando ci fu una prima fuga di notizie chiesi di soprassedere all’audizione, ma ora era arrivato il momento di fare questa audizione per ripristinare la verità’.

Cantone ha ringraziato Crosetto: “In questi mesi, da quando è uscita la prima notizia, come procura di Perugia abbiamo fatto atti delicatissimi, abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa che va ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria per far uscire questo verminaio’.

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