Dove vincono centrosinistra e centrodestra e chi va al ballottaggio. Disastro M5s

Il primo turno delle elezioni amministrative del 12 giugno ha riguardato 971 Comuni, di cui 142 con popolazione superiore a 15mila abitanti e 829 pari o inferiore, per un totale di 8.831.743 elettori.

Chi ha votato

In particolare, hanno votato 22 capoluoghi di provincia e 4 di regione: Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Lodi, Monza, Belluno, Padova, Verona, Gorizia, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, L’Aquila, Barletta, Taranto, Catanzaro, Palermo, Messina, Oristano.

Tra le regioni, quelle maggiormente interessate al voto per le elezioni comunali sono state la Sicilia, con 1.549.799 elettori e 120 comuni, la Lombardia, con 1.044.753 elettori e 127 comuni, e il Veneto, con 993.634 elettori e 86 comuni. Dei capoluoghi di provincia al voto sono 4 quelli commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco.

Lo spoglio delle schede delle elezioni amministrative è iniziato alle 14 di lune 13 giugno. Mentre per i 5 referendum sulla giustizia non è stato raggiunto il quorum e si è registrato il più grande flop della storia referendaria italiana, secondo il dato definitivo sul voto relativo agli 818 Comuni gestiti dal Viminale, l’affluenza per quanto riguarda le Comunali è stata del 54,72%. Alle consultazioni precedenti l’affluenza era stata del 60,12%.

Come sono andate le elezioni amministrative del 12 giugno

13 ballottaggi – in 7 è avanti il centrosinistra, in 6 il centrodestra -, 9 sindaci già al centrodestra (anche se a Messina è lista civica), 4 al centrosinistra: è questa finora la fotografia dell’esito del primo turno delle Comunali 2022, al netto dello spoglio ancora in corso a tarda sera.

Il centrosinistra vince a Taranto, Padova e Lodi. Centrosinistra in vantaggio anche a Verona con Damiano Tommasi e a Parma con Michele Guerra, ma vanno entrambi al ballottaggio. Per il centrodestra invece vittoria al primo turno a Palermo, Genova e L’Aquila.

L’impatto più forte sulla geografia delle appartenenze politiche tocca da vicino i 4 capoluoghi di Regione andati al voto, con il centrodestra che si riconferma al primo turno a l’Aquila, con Pierluigi Biondi, e a Genova con Marco Bucci, ma soprattutto riuscendo nell’impresa di strappare al centrosinistra la città di Palermo, con Roberto Lagalla. Il tentativo di alleanza al Sud tra Pd e M5S non sembra particolarmente riuscito.

Verona

A Verona l’ex calciatore Tommasi, sostenuto dal Pd, sarebbe avanti al sindaco uscente Federico Sboarina, sostenuto da Fdi, Lega e liste civiche, con il 40,05%. Flavio Tosi, sostenuto da Forza Italia e liste civiche è invece al 23,89%. Alberto Zelger (liste civiche) è al 2,66%.

Parma

A Parma vanno al ballottaggio il candidato Michele Guerra, sostenuto dal centrosinistra e anche dalla lista Effetto Parma con Pizzarotti, e il candidato di centrodestra Pietro Vignali. Guerra è avanti con il 44% delle preferenze, mentre Vignali si ferma attorno al 21,32%. Il candidato Dario Costi, sostenuto da Civiltà Parmigiana, Un progetto di comunità, Ora con Dario Costi sindaco, Generazione Parma, è al 13,46%, Priamo Bocchi di Fdi raggiunge circa il 7,52%.

Palermo

A Palermo, dopo lo scandalo del voto, vince Roberto Lagalla, il candidato sindaco del centrodestra al 47,6%, che, con la coalizione al 54,4%, passa direttamente al primo turno, mentre il candidato sindaco del centrosinistra e M5S Franco Miceli si ferma al 28% (coalizione al 26,9%). Il candidato di +Europa e Azione Fabrizio Ferrandelli è al 15,7% (coalizione 11%), Rita Barbera di Potere al Popolo al 4% (coalizione 3%).

Una partenza decisamente in salita per Lagalla, che, oltre al supporto incassato da Cuffaro e Dell’Utri, condannati in via definitiva per mafia, proprio in questi ultimi giorni ha dovuto anche fare i conti con l’arresto di due candidati consiglieri della sua coalizione.

Catanzaro

Neppure a Catanzaro l’unione giallo-rossa sembra aver funzionato. Non passa a al primo turno il candidato sindaco Nicola Fiorita.

Taranto

A Taranto, invece, dove secondo i primi dati non sarebbe necessario il ballottaggio, l’alleanza Pd-M5s ha sancito la netta vittoria del sindaco uscente Rinaldo Melucci, che strappa il 62% dei voti. Melucci, già molto apprezzato dai cittadini per le sue battaglie ambientaliste, e in particolare per la sua ordinanza che intimava la chiusura dell’area a caldo dell’ex Ilva, era stato sfiduciato lo scorso novembre. Ma il centrosinistra si è compattato per sostenerlo con il M5S.

Barletta

Un caso particolare è quello di Barletta, dove la candidatura di Santa Scommegna ha diviso il centrosinistra e ha portato i Pentastellati a correre da soli. Il risultato, secondo le prime proiezioni, è che il candidato del centrodestra, l’ex sindaco Cosimo Cannito, è in testa con circa il 45% dei voti. Scommegna dietro con il 33%, mentre la candidata del M5S Maria Angela Carone raccoglie circa il 2% delle preferenze.

Genova

A Genova riconfermato il candidato di centrodestra e sindaco uscente Marco Bucci, attorno al 55,38%, seguito dal candidato Ariel Dello Strologo, sostenuto dal centrosinistra e dal M5s, al 38,12%.

Il candidato Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) è al 3,54%, la candidata Antonella Marras (Rifondazione comunista-pci-sinistra anticapitalista) è all’1,93%, Cinzia Ronzitti (Partito comunista dei lavoratori) è allo 0,42%, Giacomo Martino Manzano Olivieri (3V) è allo 0,35%, Carlo Carpi (Insieme per Genova) è allo 0,25%.

Lodi

Sorpresa a Lodi: Michele Furegato a soli 25 anni è diventato il sindaco di un capoluogo di provincia. Con una coalizione allargata al Movimento 5 Stelle, il centrosinistra è riuscito a strappare la vittoria al centrodestra. “Vincere Lodi significa vincere le prossime politiche” ha commentato con grande ottimismo il segretario del Pd Enrico Letta.

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