+Il Tribunale di Roma, attraverso la Sesta Sezione Civile, ha emesso un’ordinanza (la n. 45986/2020 R.G) lo scorso 16 dicembre. Circa una settimana dopo, la notizia è stata ripresa da diversi organi di stampa perché tale ordinanza avrebbe a che fare con i Dpcm firmati dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Secondo le ricostruzioni di alcuni giornali, i Dpcm sarebbero illegittimi e “di dubbia costituzionalità“. La realtà, però, è diversa.
Dpcm Covid, cosa dice l’ordinanza del Tribunale di Roma
L’ordinanza 45986/2020 del Tribunale di Roma si riferisce a un processo civile riguardante il caso di un inquilino moroso che, dopo l’emergenza Covid-19, ha chiesto una riduzione dell’affitto del locale in cui ha allestito il suo negozio.
Il giudice però ha respinto la richiesta dell’inquilino: essendo stato l’immobile “occupato anche durante la pandemia, il pagamento del canone non può venir meno“, recita l’ordinanza.
Quindi, il passaggio clou dell’ordinanza relativamente ai Dpcm che, secondo il giudice, sarebbero illegittimi perché durante il lockdown “hanno limitato i diritti fondamentali previsti dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali“.
Anche quelli emanati durante la cosiddetta fase sono stati definiti “di dubbia costituzionalità“, perché non è stato operato “un opportuno bilanciamento tra il diritto fondamentale alla salute e tutti gli altri diritti inviolabili”.
Chi può dichiarare un Dpcm “incostituzionale”
Quella del Tribunale di Roma non è una sentenza, ma un’ordinanza. Comunque, non spetterebbe a un Tribunale Civile la dichiarazione di incostituzionalità di una legge, bensì alla Corte Costituzionale.
Il giudice del Tribunale di Roma avrebbe potuto rimettere gli atti alla Consulta (ossia alla Corte Costituzionale), perché qualsiasi giudice (anche quello di pace) che dubiti della conformità di una legge alla Costituzione, ha il dovere di rivolgersi alla Corte Costituzionale.
In questo caso specifico, però, il Tribunale non ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale perché i Dpcm sono degli atti amministrativi e come tali può non applicarli senza ricorrere alla Consulta.
Chi ha approvato i Dpcm
Altro elemento a sostegno delle scelte del governo, il fatto che il Dpcm è un atto amministrativo e per questo non deve essere sottoposto al vaglio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quindi non può essere giudicato dalla Corte Costituzionale.
Senza dimenticare che il 2020 è stato segnato dall’approvazione dei decreti legge che hanno delegato il premier Giuseppe Conte a emanare i Dpcm per affrontare l’emergenza sanitaria senza perdite di tempo.