Un pezzo di Italia arancione, dopo la parentesi rossa. Il Dpcm 3 novembre come sappiamo ha individuato tre aree, corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio Covid, per le quali sono previste specifiche misure restrittive.
Italia divisa in 3: le nuove aree
Il Dpcm 3 dicembre ha poi confermato questa impostazione, ma con importanti novità visto che sono diverse le Regioni che nel frattempo hanno cambiato colore.
Caos, tira e molla, italiani che non sembrano intenzionati a rinunciare a spostarsi per Natale e Capodanno, anche se la situazione epidemiologica lo imporrebbe, senza se e senza ma. Sta di fatto che il Governo non sembra intenzionato a mollare la presa.
Ad oggi, e fino al 20 dicembre salvo ulteriori cambiamenti, l’Italia è così suddivisa:
- area gialla: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto;
- area arancione: Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Toscana, Valle d’Aosta (il Piemonte dovrebbe diventare giallo domenica 13 dicembre, attesa ancora la data invece per la Lombardia);
- area rossa: Abruzzo.
In molti si stanno chiedendo quali sono esattamente gli spostamenti consentiti e quelli vietati nelle Regioni arancioni.
Gli spostamenti concessi e vietati in zona arancione
Tanto per cominciare, nell’area arancione è consentito spostarsi esclusivamente all’interno del proprio Comune, dalle 5 alle 22, senza necessità di motivare lo spostamento. Dalle 5 alle 22 cioè non serve l’autocertificazione.
Dalle 22 alle 5 invece vige il coprifuoco, cioè sono vietati tutti gli spostamenti, ad eccezione di quelli motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi.
Inoltre sono vietati, 24 ore su 24, gli spostamenti verso altri Comuni e verso altre Regioni. La sola eccezione è per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di studio o di salute o per svolgere attività o usufruire di servizi non disponibili nel proprio Comune, per esempio andare all’ufficio postale o a fare la spesa, se non ci sono nel proprio Comune.
Sono comunque consentiti gli spostamenti, verso qualsiasi area, che siano strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza, se prevista.
È comunque sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Quando serve l’autocertificazione
Per spostamenti verso altri Comuni, nonché dalle 22 alle 5 anche all’interno del proprio Comune, si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti, anche mediante autocertificazione in dotazione anche alle forze di polizia.
La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e l’accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato.
Si può uscire per acquistare beni diversi da quelli alimentari – non sono previste limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili – e laddove il proprio Comune non disponga di punti vendita particolari o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati.
Persone non conviventi e transito in zone diverse
Con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza.
Il transito nelle aree con restrizioni agli spostamenti diverse dalla propria (rossa o gialla) è consentito, come ogni altro spostamento verso Comuni o Regioni differenti, esclusivamente per le solite comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di studio o di salute o per svolgere attività o usufruire di servizi non disponibili nel proprio Comune.