A causa della previsione di un’estate “a secco” e del conseguente rischio di emergenza derivante dalla siccità, questa settimana arriverà un Dpcm in modo da stabilire i parametri per lo stato di emergenza idrica.
Governo e Protezione civile lavorano per stabilire gli indennizzi ed i razionamenti. In tutta questa situazione, le regioni hanno il compito di individuare i criteri da far pervenire alla Protezione civile per disporre il testo del Dpcm e poi trasmetterlo al Consiglio dei Ministri.
La situazione più drammatica si sta verificando nel nord Italia. Con molta probabilità, le regioni che finiranno in zona rossa sono il Piemonte, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, praticamente tutta la Pianura Padana. Ma anche nelle Marche e nel Lazio la situazione merita un occhio di riguardo.
Lo scopo dell’intervento non è quello di effettuare interventi strutturali, bensì di effettuare razionamenti dell’acqua in quelle zone dove già oggi, quella destinata all’agricoltura, si è esaurita. Il presidente Alberto Ciro ha dichiarato: “È stato riconosciuto che il Piemonte. Esso versa in condizioni difficili soprattutto dal punto di vista idropotabile, ha tutti i requisiti per poter ottenere lo stato di emergenza”. Aumentano i comuni che firmano ordinanze per ridurre gli sprechi d’acqua.
Il ministro Stefano Patuanelli ha parlato del Dpcm al “Sole 24 Ore”: “Stiamo lavorando a un coordinamento per agevolare l’adozione dello stato di emergenza. Misura che va oltre l’agricoltura e coinvolge anche altre attività economiche oltre che la popolazione. Cosa diversa è invece lo stato di calamità che viene decretato in agricoltura. Prevede forme di ristoro solo per le aziende che abbiano subito danni superiori al 30% del valore della produzione”.
E continua: “È un dato di fatto che al momento nessuna regione ha ancora formalizzato lo stato di emergenza. È necessaria, infatti, la formalizzazione di una richiesta motivata e la definizione puntuale delle attività da affidare alla Protezione civile, tutto questo è in atto. Ma detto questo non vedo contrapposizioni. Stiamo remando tutti nella stessa direzione. E comunque ritengo che tanto nella gestione dell’emergenza quanto dello stato di calamità sarà importante una sintesi e un coordinamento a livello centrale”.