Draghi a Lega e M5S. “Le parole del governo hanno creato danni”

Prima una dura ammenda. Poi un’apertura di credito. Dopo Moscovici arriva Mario Draghi ad ammonire l’Italia in vista del varo della manovra finanziaria. “Le parole di esponenti del governo italiano sono cambiate molte volte e in alcuni casi hanno provocato qualche danno, con un aumenti dei tassi per imprese e famiglie”, dice il presidente dell’Eurotower. Che aggiunge. “Ora aspettiamo fatti, che sono la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare. A quel punto gli investitori si faranno la loro idea”. Un uno due che fa rumore e sa tanto di ricatto. Tanto che Draghi rincara la dose ricordando che il mandato della Bce è “quello di assicurare la stabilità dei prezzi, non di assicurare che un deficit pubblico sarà finanziato ad ogni costo”. Parole che sembrano avere un unico significato: tutte le promesse elettorali di Lega e M5S se inserite in finanziaria non potranno essere fatte in deficit, sforando il debito pubblico sperando nell’aiuto dell’Ue. Insomma una bocciatura anticipata più che un avvertimento. Poi cambia registro ed utilizza parole più diplomatiche per stemperare le critiche. “Per ora ci atteniamo alle parole del primo ministro, del ministro dell’Economia e del ministro degli Esteri, i quali hanno detto che l’Italia rispetterà le regole di bilancio europee”. In ogni caso, ha sottolineato, finora “ci sono stati impatti limitati sugli altri paesi” per via della situazione italiana.

Mario Draghi, che ha lasciato i tassi invariati al minimo storico, ha comunicato un leggero taglio alle stime di crescita dell’Eurozona che per il 2018 sono state fissate al 2,0% (-0,1 punti rispetto a quelle formulate nel giugno scorso). Ed ha annunciato una previsione di crescita dell’1,8% nel 2019 (anche qui -0,1 punti) e dell’1,7% nel 2020.

L’inflazione secondo le stime per nel periodo 2018-2020 dovrebbe mantenersi a un livello dell’1,7% annuo.

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