Draghi e il piano anti-Putin per prendersi il gas

Il premier Draghi ad Algeri per firmare un importante accordo per la fornitura di altro gas all’Italia: obiettivo, l’indipendenza dalla Russia

L’8 aprile Draghi è riuscito a strappare all’Azerbaijan un accordo per il trasferimento di 1 miliardo e mezzo di metri cubi di gas in più all’Italia, che porta il totale a 10,5 miliardi. Nelle scorse settimane aveva sentito l’emiro del Qatar per rafforzare l’approvvigionamento di gas. Ora, un altro passo in avanti verso l’indipendenza energetica dalla Russia. Obiettivo: ridurre la dipendenza italiana dalla Russia aumentando le forniture di gas dall’Africa e dall’Asia.

Questo il motivo della missione del premier Mario Draghi in Algeria, accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e della Transizione ecologica Roberto Cingolani, assieme all’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. Si tratta della prima tappa di una serie di viaggi che porteranno a nuovi accordi commerciali.

In mattinata Draghi è stato ad Algeri a firmare “un accordo importante sul gas, un accordo che ci permetterà di fronteggiare gli eventuali ricatti russi sul gas”, ha anticipato Di Maio. Di Maio che non esita ad ammettere che “purtroppo siamo in ritardo come Paese: dovevamo diversificare molto prima, ma abbiamo tanti partner e amici nel mondo”.

Riguardo al gas, ad oggi dall’Algeria ci arrivano già 21 miliardi di metri cubi di gas. I nuovi accordi tra le due aziende di Stato italiana e algerina, Eni e Sonatrach, prevedono un aumento di fornitura del gas all’Italia fino a 9 miliardi di metri cubi l’anno, attraverso il gasdotto Transmed, che dalla Tunisia passa attraverso il Mediterraneo e arriva nel nostro Paese approdando sulle coste di Mazara del Vallo, in Sicilia. Il trasporto quotidiano potrebbe salire dai 60 milioni di metri cubi di oggi a 110 milioni.

Un’intesa importantissima quella tra Italia e Algeria, sia per la quantità di gas, che rappresenta quasi un terzo dei 29 miliardi di metri cubi che arrivano da Mosca sui 75 miliardi che noi italiani consumiamo ogni anno, sia per i tempi rapidi, perché se tutto va bene già dal prossimo inverno potrebbe essere a regime. Secondo quanto anticipato da Descalzi, il potenziamento del gas potrebbe anche raggiungere gli 11 miliardi di metri cubi aggiuntivi, se sommati a quelli provenienti dalla Libia.

Secondo alcune anticipazioni dovrebbe essere stata firmata anche una dichiarazione politica per “completare le intese commerciali” nell’ottica di un rafforzamento del partenariato, già molto solido, Italia e Algeria. Un partenariato “win win”, in cui all’Italia non sarebbe stata fatta nessuna richiesta – né investimenti né aiuti per le forze di sicurezza – in cambio delle maggiori forniture di gas.

Dopo gli incontri tra Draghi e il presidente algerino Abdelmajid Tebboune potrebbe anche essere annunciata la data del prossimo vertice intergovernativo tra Italia e Algeria, il quarto, rinviato a causa del Covid. Dopo la tappa algerina, dopo Pasqua Draghi dovrebbe volare prima in Congo, poi in Angola e Mozambico, per ottenere un contratto che ci garantistica altri 5 miliardi di metri cubi di gas.

L’Algeria è attualmente il nostro maggiore fornitore dopo la Russia, da cui importiamo 29 miliardi di metri cubi l’anno (il 40% circa dei 75 miliardi che il nostro paese consuma ogni anno). Dal TransMed sono transitati nel 2021 circa 10 miliardi di metri cubi in quota Eni destinati all’Italia, e altri 11 in quota ad altri operatori italiani e internazionali, per un totale di 21.

Mentre sembra saldarsi un asse Mosca-Pechino per le armi nucleari, il che porterebbe a conseguenze estremamente preoccupanti, l’impatto di questa guerra sulle famiglie italiane è “devastante”. Non per l’aspetto militare, ma sicuramente per l’aspetto economico ha proseguito Di Maio, spiegando che non possiamo pensare in questo momento storico di preferire “le dinamiche speculative” sui prezzi alla sicurezza delle nostre famiglie.

Famiglie, e imprese, piegate dagli aumenti del 200% sulla bolletta elettrica. Motivo per cui il governo italiano continua a insistere su un tetto europeo al prezzo russo del gas. “Il tetto europeo al prezzo del gas significa fermare le speculazioni che non sono legate oggi alle quantità, perché stiamo ricevendo ancora tutto il gas dalla Russia. Sono legate a dinamiche speculative e finanziarie”.

Pagare questi prezzi completamente diversi dai prezzi del gas mondiale significa finanziare in un certo senso, in modo inconsapevole e indiretto, la guerra, ha sottolineato. Da qui anche la volontà di “guardarsi intorno”, perché “non è plausibile finanziare la guerra di Putin”. Putin che, tuttavia, appare sempre più solo e isolato, tanto che si moltiplicano le voci relative a un possibile golpe per destituirlo.

“Ogni giorno, man mano che l’esercito ucraino respinge quello russo dalle aree occupate, stiamo venendo a conoscenza di orrori indicibili, siamo a oltre 170 bambini ammazzati. Sotto le bombe russe ci sono civili, donne, bambini, persone che hanno l’unica colpa di essere cittadini ucraini agli occhi dei russi – sottolinea ancora il capo della Farnesina -. Per questo motivo la guerra deve finire il prima possibile: esiste solo una soluzione diplomatica che può portare alla parola pace e serve un grande coinvolgimento dell’Ue, che ha il dovere di promuovere tutte le azioni che servono con una grande conferenza di pace per arrivare prima al cessate il fuoco e poi immediatamente dopo al grande accordo legato alle questioni sul tavolo. E l’Italia sarà uno dei Paesi garanti dell’accordo sulla neutralità”.

Ma per volere la pace bisogna essere in due, rimarca Di Maio, e Putin non sta dimostrando di volere la pace in questo momento. “Putin sta dimostrando di voler continuare la guerra ed è per questo che abbiamo dato tutto il supporto che serve al popolo ucraino per difendersi. E il popolo ucraino difendendosi sta difendendo i confini dell’Unione e della Nato”.

Intanto, tra Russia e Italia è un continuo botta e risposta. Mosca sostiene che “non è la Russia che ricatta l’Unione Europea con le forniture di gas – che nonostante tutto, stanno andando a gonfie vele -. È l’Unione Europea che ricatta la Russia con sanzioni, minacce di nuove restrizioni e fornendo armi di ogni tipo all’Ucraina” scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, replicando alle parole del titolare della Farnesina Di Maio.

“Ricatti? Direi che il vero e unico ricatto è chiedere il pagamento in rubli di contratti di gas già in corso, e quella russa è chiaramente una richiesta inaccettabile” replica il portavoce di Di Maio Giuseppe Marici. “L’Italia, per evitare di affrontare eventuali crisi derivanti da queste condizioni irricevibili, sta agendo per diversificare le fonti di approvvigionamento. Come Unione Europea, giustamente, stiamo potenziando un piano di sicurezza energetica a tutela dei nostri cittadini”.

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