Draghi e spese militari: ‘Il 2% per le armi solo nel 2028’

Conte va al Quirinale per un colloquio  con Sergio Mattarella. L’incontro, hanno poi precisato fonti interne, sarebbe stato deciso per via telefonica. Un colloquio informativo come quelli che avvengono di solito tra il Presidente della Repubblica e i leader dei partiti politici, lo descrivono fonti del Quirinale.

Conte sale al Quirinale per elencare le esigenze del Paese, per come vengono riferite dai cittadini. Dagli imprenditori. Dai lavoratori e dalle associazioni professionali e di categoria. Una situazione di grande sofferenza, di grande difficoltà. Il Paese sta soffrendo – sottolinea Conte nel suo colloquio quirinalesco –. E noi che abbiamo una responsabilità politica dobbiamo subito costruire un sistema di interventi, da non rinviare» ha detto l’ex premier rientrando nella sede del Movimento dopo l’incontro al Quirinale con il Capo dello Stato.

Con Mattarella – fa sapere Conte – abbiamo ragionato molto di politica internazionale. Abbiamo condiviso le preoccupazioni rispetto a un conflitto che sta continuando. E su come l’Italia possa dare un contributo per una soluzione pacifica di questo conflitto. Una perifrasi diplomatica per non soffermarsi troppo e troppo da vicino sulla figura fatta in merito alla spese militari. E sulle reazioni infuocate di Draghi.

Il M5S è il partito di maggioranza relativo e pone questioni politiche – replica Conte a chi gliene chiede contezza –. Continueremo a dimostrare grande disponibilità e responsabilità, ma non verso il governo. Verso il Paese. Continuando a sostenerlo. Non rinunciamo ad affermare le nostre posizioni, le nostre preoccupazioni.

Draghi è salito al Colle  dopo il faccia a faccia con il capo grillino,  accettando poi  la mediazione del ministro della Difesa Guerini, che ha spostato al 2028 la scadenza per innalzare al 2 per cento le spese militari che Draghi voleva inderogabilmente fissata al 2024. Uno scarto di quattro anni. 

Ciò non ha impedito tuttavia a Draghi di commentare il tutto con grande disinvoltura, proprio come se non fosse lui uno dei duellanti. «Il vincolo del 2024 per le spese militari assunto in ambito Nato – ha ricordato – è stato preso più come un’indicazione. Molti Paesi Ue lo hanno disatteso. Anche la Germania è attorno all’1,6 per cento, l’Italia all’1,4, la Spagna appena al di sotto dell’Italia. È un obiettivo a cui bisogna tendere con continuità e realismo. Non c’è nessuna sorpresa in questo obiettivo di tendenza».

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