I partecipanti in videoconferenza al G7 sui vaccini, Roma, 19 febbraio 2021. ANSA/FILIPPO ATTILI UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI

Draghi, il debutto al G7 stanziati 7,5 miliardi di dollari per vaccini anti Covid

Formalmente è un debutto quello del nuovo presidente del Consiglio italiano Mario Draghi al summit del G7. In realtà Draghi conosce molto bene la maggior parte degli interlocutori che ha incontrato oggi, sebbene in formato virtuale.

In quello che di fatto è un pre-vertice voluto dal premier britannico Boris Johnson – che ha la presidenza del G7 e che ha già fissato per il mese di giugno in Cornovaglia il summit in presenza – c’è un’altra importante novità, che spazza via un passato molto ingombrante: la partecipazione del presidente americano Joe Biden.

“Lavoreremo insieme e con altri per fare del 2021 il punto di svolta per il multilateralismo e per dare forma a una ripresa che promuova la salute e la prosperità”.  “Il G7 si impegna a rafforzare la cooperazione per rispondere al Covid-19. Con l’aumento del nostro impegno finanziario di oltre quattro miliardi di dollari a ACT-A e COVAX, l’appoggio collettivo del G7 è sette miliardi di mezzo di dollari”. Questo uno dei passaggi del comunicato diffuso al termine del G7 virtuale.

“Il Covid 19 ha mostrato che il mondo ha bisogno di difese più forti contro i futuri rischi alla sicurezza della salute globale. Lavoreremo con l’Oms, il G20 e altri, soprattutto tramite il Global Health Summit di Roma, per rafforzare la salute globale e l’architettura della sicurezza sanitaria” esplorando fra l’altro il “potenziale valore di un trattato globale sulla saluteIntensificheremo la cooperazione sulla risposta al Covid 19. La dedizione dei lavoratori essenziali rappresenta il meglio dell’umanità, mentre la rapida scoperta dei vaccini mostra il potere dell’ingegnosità umana”, prosegue la nota.

Draghi si è collegato al vertice tutto dedicato all’emergenza Covid, in particolare ai vaccini, con la convinzione che sia necessario accelerare. E da questo punto di vista il confronto con gli altri Paesi, Gran Bretagna in testa, è fondamentale. E’ quello il modello a cui guarda il premier e cui fa riferimento quando invita ad “imparare dai Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi, disponendo subito di quantità di vaccini adeguate”. Del resto, secondo il premier, la rapidità nella diffusione dei vaccini è essenziale anche per scongiurare che le varianti prendano il sopravvento. Anche con gli altri leader europei d’altra parte, Angela Merkel e Emmanuel Macron, c’è piena sintonia sulla necessità di un’integrazione e di un’accelerazione sulla gestione dell’emergenza.

Con il cambiamento della presidenza negli Usa “il multilateralismo è stato rafforzato – ha affermato la cancelliera –  questo si è mostrato già con le prime decisioni dell’amministrazione”. Quanto all’emergenza Covid ha precisato che “la pandemia sarà sconfitta solo quando tutti saranno stati vaccinati nel mondo”. “Si tratta di una questione elementare di giustizia”, ha continuato Merkel. È chiaro che “il punto non è solo far arrivare soldi, ma vaccini” aggiungendo però che “non si è ancora parlato delle percentuali”. “Questo sarà discusso nei dettagli”. “La questione di dare una parte delle nostre dosi può giocare un ruolo in questo dibattito”. Merkel ha sottolineato che gli stati democratici europei sono naturalmente “vincolati” a rifornire i vaccini ai propri cittadini e che “già consegnano vaccini prodotti in Ue a paesi del G7, a paesi asiatici e sudamericani, dando così un contributo”. “Non abbiamo una limitazione all’export dei vaccini”, ha concluso. Infine la cancelliera si è soffermata su un altro tema ‘caldo’, l’Iran. “Io mi impegnerò per portare nuovo slancio nelle trattative” ha detto. “Ho parlato anche con il presidente Rohani al telefono pochi giorni fa – ha aggiunto – . Adesso dobbiamo fare attenzione che non sorgano problematiche su chi fa il primo passo. Tutti concordano sul fatto che questo accordo dovrebbe avere un’altra chance”, ha aggiunto la cancelliera.

Ma il primo G7 con Biden è stata anche l’occasione per l’atlantista Draghi come per gli altri leader (a cominciare dal canadese Justin Trudeau, ‘acerrimo amico’ di Trump) per tirare il fiato e avviare un nuovo rapporto con gli Stati Uniti, anche nella postura da assumere verso Russia e Cina. Il nuovo corso l’ha indicato il segretario al Tesoro Janet Yellen al G7 dei ministri delle Finanze: gli Stati Uniti, ha detto, hanno come “priorità” il multilateralismo, il rafforzamento delle alleanze e del loro impegno a livello internazionale.

“L’era dell’America First è finita. L’America è tornata e l’alleanza transatlantica è tornata”: questo il messaggio che il presidente americano Joe Biden consegnerà nelle mani dei leader del G7 nel corso del meeting virtuale. Un altro dei messaggi riguarderà il fatto che “gli Stati Uniti non vogliono una nuova Guerra Fredda” sottolineando però come forti siano “le preoccupazioni” per i tentativi di Russia e Cina di mettere a rischio la democrazia in America e nel mondo. “La democrazia è il modello migliore per affrontare le sfide dei nostri tempi”, il pensiero del presidente americano, che già più volte ha chiarito come la nuova Casa Bianca sarà molto attenta alla questione dei diritti umani.

Si è aperto con un appello di Boris Johnson ad “avanzare insieme nell’interesse di tutti” sulla strada della cooperazione sui vaccini anti Covid e nella promozione di un nuovo piano per una loro più rapida distribuzione e un maggiore sostegno finanziario anche ai Paesi più poveri il vertice in video-collegamento del G7 convocato sul tema vaccinazioni e pandemia dal premier Tory britannico in veste di presidente di turno. “Non abbiamo interesse a vaccinare solo le nostre popolazioni, dobbiamo assicurare che il mondo intero sia vaccinato poiché si tratta di una pandemia globale e non serve a niente che un Paese avanzi da solo”, ha detto Johnson nel suo intervento.

Nell’ambito del vertice G7 è preannunciata l’approvazione di un piano presentato dalla presidenza britannica che prevede l’avvio di uno sforzo collettivo per la riduzione a 100 giorni del tempo necessario a sviluppare gli aggiornamenti dei vaccini necessari a contrastare in modo più specifico nei prossimi mesi anche le ultime, temute varianti del coronavirus. Nonché una serie d’iniziative in 5 punti per rafforzare la collaborazione internazionale di fronte all’emergenza sanitaria sulla ricerca, sulla produzione degli antidoti, sul rilancio delle economie prostrate da pandemie e mesi di restrizioni da lockdown, oltre alla proposta di uno specifico alleggerimento delle barriere commerciali. E’ previsto poi che siano rilanciati gli impegni sul finanziamento degli aiuti per le vaccinazioni nei Paesi poveri del mondo e più indietro nelle campagne vaccinali. Impegni già definiti nell’ambito del programma Covax, promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) col patrocinio dell’Onu.

Su questo fronte il presidente Biden ha messo sul piatto ieri 4 miliardi di dollari da parte degli Usa, cifra peraltro già promessa da Washington nel dicembre scorso per il Covax; mentre l’Ue ha formalizzato nel suo complesso un raddoppio del proprio contributo a un miliardo di euro, contro il mezzo milione messo a disposizione finora, inferiore inizialmente ai circa 600 milioni stanziati fin da subito dal solo Regno Unito.

“Saremo al sicuro solo se il mondo intero sarà al sicuro. Le consegne” dei vaccini anti-Covid ai Paesi a basso reddito attraverso il programma di vaccinazione internazionale dell’Oms, Covax, “inizieranno presto. Un vero momento di solidarietà mondiale”. Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, dopo la decisione dell’Ue di raddoppiare il proprio contributo a Covax da 500 milioni a 1 miliardo di euro annunciata alla riunione dei leader del G7. Von der Leyen ha annunciato anche un contributo di 100 milioni di euro in aiuti umanitari per la campagna di vaccinazione in Africa attraverso il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc).

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