Draghi: Trattati Ue da cambiare. I governi recuperino credibilità

“I governi devono recuperare credibilità” sul fronte della stabilità finanziaria. E’ l’ammonimento del presidente della Bce Mario Draghi nel corso dell’audizione al Parlamento Europeo. Per il numero uno di Francoforte, per dare un segnale importante e immediato ai mercati, serve una nuova “struttura di bilancio unica a livello dell’eurozona”, così “come è unica la Bce”. Si “tratta di un elemento importante per recuperare credibilità”. L’Eurozona “ha bisogno di un nuovo patto di bilancio” che la porti verso l’unione fiscale. E questo sarebbe “decisamente l’elemento più importante per cominciare a ristabilire la credibilità”. Questo nuovo patto di bilancio, ha aggiunto Draghi, “sarebbe il segnale più importante” che i governi possono dare per dimostrare di “essersi avviati verso un complessivo approfondimento dell’integrazione economica”. Per il presidente della Bce, riferendosi al summit europeo della settimana prossima chiamato a rafforzare la governance economica di Eurolandia, “i prossimi giorni saranno cruciali” per l’eurozona ed il completamento “della architettura” delle sue strutture. In questa direzione va inquadrata la possibilità, per Mario Draghi, di “un cambiamento dei trattati dell’Unione”. L’ipotesi di una variazione dei Trattati, per il numero uno di Francoforte, dunque non va esclusa, ma ci potrebbero essere anche “processi più rapidi” per andare verso l’integrazione fiscale che darebbe “una chiara traiettoria all’evoluzione dell’area euro, inquadrando le aspettative”. “Dobbiamo tenere aperte le opzioni sul processo legale esatto che porti verso una reale unione economica – ha detto Draghi – Cambiamenti ai trattati di grande portata non vanno esclusi, ma si possono concepire anche processi più rapidi”. E i governi degli Stati membri devono fare la loro parte perché, parlando davanti alla plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles, il presidente della Bce evidenzia come “i cambi dei governi che si sono visti in alcuni dei paesi più esposti non hanno ancora avuto molti effetti sui mercati finanziari, che continuano a essere fragili”. “Siamo ancora in una fase difficile e i meccanismi predisposti dall’Unione” su un maggiore coordinamento e vigilanza pur positivi, “non sono ancora visibili”. Il numero uno della Banca centrale europea mette in guardia dall’aumento dei rischi dovuti ad un rallentamento dell’economia. Secondo Draghi  “il più debole grado di attività economica rallenta la pressione su prezzi, costi e salari. In questo contesto la Bce ha deciso di tagliare di 25 punti i tassi di interesse e novembre”. Ma non solo. La stretta sul credito, in corso in tutta la zona euro, “strozza le Pmi” e per questo serve “riparare il circuito del credito che ora non circola”.

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