Droga. Meloni e ministri pro-cannabis: ‘Da Orlando e Dadone messaggio devastante’

Un «messaggio devastante». Non usa mezze parole Giorgia Meloni per bollare la doppia sortita dei ministri Orlando (Pd) e Dadone (M5S) sulla legalizzazione e sulla liberalizzazione della cannabis. Obiettivi, replica la leader di Fratelli d’Italia, «che incontrano la nostra più assoluta contrarietà». E dire che i due esponenti di governo quel messaggio lo hanno lanciato dalla Conferenza antidroga in corso a Genova. Scambiandola, evidentemente, per una conventicola a sfondo ideologico. «E questo spiega – incalza – perché il governo abbia escluso dal confronto le comunità terapeutiche e chi si batte ogni giorno per salvare vite e restituirle alla libertà dalle dipendenze».

La strada da seguire è invece quella opposta. «La droga – ricorda – non si combatte normalizzando il suo uso come vorrebbe la sinistra ma con la prevenzione, la cura, il reinserimento socio-lavorativo e la tolleranza zero nei confronti di chi spaccia e lucra sulle dipendenze patologiche». Come la Meloni, anche Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi puntano l’indice contro «l’impostazione tendenziosa» e “pro-legalizzazione” della Conferenza di Genova. In realtà, sottolineano i due parlamentari, «gli argomenti contro ogni forma di legalizzazione sono fortissimi e prevalenti». Ciò nonostante, a Genova è andato in onda tutto un altro film.

Probabilmente, anche per alcune affermazioni aperturiste come quelle del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. «Nell’ultima riunione della commissione Onu – ha detto – c’è stato un orientamento forte sulle modifiche della politica del proibizionismo». Conclusioni alquanto arbitrarie e comunque inaccettabili per il centrodestra. Se la Meloni ha attaccato il governo nel suo complesso, Gasparri e Giovanardi mettono nel mirino la Dadone, ritenuta la vera regista dell’operazione. È a lei che si riferiscono quando avvertono che «se qualche grillino in cerca di occupazione futura ha voluto organizzare questa conferenza per condizionare il dibattito in corso ha sbagliato strada». Va invece giù duro contro Orlando il leader della Lega Matteo Salvini. «Il ministro del Lavoro – dice – si occupi di lavoratori, precari e cassaintegrati. E lasci che di lotta alla droga si occupino famiglie, esperti e comunità».

La Dadone insiste: basta proibizionismo.

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