Due visioni opposte di Europa

Le divisioni di fondo fra i partiti europei, le ha riassunte la Presidente uscente della Commissione, Ursula Von der Leyen: essere a favore o contro l’Europa, a favore o contro l’Ucraina e la NATO. Questo, sostiene la Presidente, è il perimetro all’interno del quale si formerà la futura maggioranza. Su questo punto concordano anche i socialisti e i liberali. Contrari le sinistre radical- pacifiste che si oppongono alla NATO e agli aiuti militari all’Ucraina. Alleanze con le destre sovraniste sono escluse, ma la Von der Leyen ha lasciato uno spiraglio per i Conservatori riformisti di Giorgia Meloni, pur rimarcando divergenze circa lo stato di diritto e in particolare alla tutela delle persone Lgbtq+. Il pomo della discordia è rappresentato dalla posizione assunta dal governo italiano nei confronti di quei governi che hanno introdotto norme discriminatorie basate sull’orientamento sessuale, incompatibile con il diritto dell’UE. Nel programma dei conservatori europei, di cui la nostra Premier è la presidente, si insiste molto sulla difesa dei valori di ciascun Paese, ma in quanto al tema delle garanzie liberali che costituiscono le basi delle democrazie costituzionali moderne di nicchia. Nel partito dei conservatori, poi, vi è un elemento ambivalente: propone di trasformare la UE in una semplice confederazione, a differenza dei popolari, socialisti e liberali che sono a favore di una UE con gli attuali assetti istituzionali, da rafforzare ancor di più. Quindi i conservatori europei hanno un orientamento che per quanto legittimo è diametralmente opposto a quello dei popolari, dei socialisti e dei liberali. Si può dedurre che gli alleati della Meloni in Europa vorrebbero rivoluzionare l’attuale assetto istituzionale dell’UE, modificando i Trattati e lasciare a Bruxelles solo le competenze esclusive, rimandando le altre, compresa la difesa, ai singoli Stati aderenti. In conclusione tutto si ridurrebbe ad un’unione doganale. Un programma che confligge con l’idea di trasformare l’Europa da soggetto burocratico in un soggetto politico. Quindi si andrebbe a creare un’Europa più debole, come vorrebbe Marine Le Pen che strizza l’occhio alla Meloni. Con questo non vogliamo assolutamente asserire che sulla sponda opposta non vi siano divisioni. Verdi e socialisti spingono a tutto gas sulla transizione green, accompagnata da forme risarcitorie per chi subisce costi maggiori. Insieme ai liberali vorrebbero che l’UE attraverso l’emissione di euro bond finanzi nuovi investimenti. I popolari si oppongono agli euro bond. Si confrontano due visioni diverse di Europa: una popolare e moderata, l’altra progressista e verde. Si gioca una grande partita che le nostre forze politiche o ignorano o la sottovalutano e continuano a scontrarsi in modo insipiente sulle controversie interne, con promesse fatue o con provvedimenti last minute , alla ricerca del consenso. Così non attrarranno gli italiani alle urne.
Andrea Viscardi

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