Il Partito Democratico oggi sceglie il suo nuovo leader. Nella domenica delle primarie saranno eletti i 1.000 componenti dell’Assemblea nazionale e sarà scelto il nuovo segretario dem tra Maurizio Martina, Nicola Zingaretti e Roberto Giachetti. I cittadini avranno a disposizione oltre 7.000 seggi fra Italia ed estero, e potranno votare fino alle 20. La sfida del Pd è portare un milione di persone al voto ai gazebo. Possono votare tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 16 anni e quelli dell’Unione europea e di altri Paesi, residenti in Italia: per votare occorre avere la tessera elettorale e un documento di identità. Chi non è iscritto al Pd dovrà lasciare un contributo di almeno 2 euro.
La vigilia è all’insegna del fair play, con Zingaretti e Martina insieme dietro lo striscione del Pd alla manifestazione di Milano contro il razzismo e fotografa una campagna delle primarie senza colpi bassi tanto da essere bollata come ‘noiosa’.
Il nuovo segretario Dem dovrà subito sciogliere il nodo alleanze in vista delle elezioni europee del 26 maggio. Ma resta aperto sul tavolo il dossier sui rapporti con i 5Stelle anche se tutti e tre candidati avrebbero escluso ogni dialogo con i pentastellati.
“Mi fa piacere che tutti e tre abbiano escluso accordi coi Cinque Stelle e ritorni al passato. Chiunque vinca non dovrà temere da parte mia alcuna guerriglia come quella che io ho subito”, dice Renzi. Stessa promessa da Roberto Giachetti, che con Anna Ascani e la loro mozione rivendicano l’impianto riformista del Pd di Renzi e dei governi a guida Dem. “Non ho mai detto che se non vinco me ne vado”. Anzi, Giachetti ha ricordato di essere spesso “stato in minoranza nel Pd” e di aver rispettato le decisioni prese a maggioranza, compreso il suo voto contrario alla sua legge sulla depenalizzazione delle droghe, perché così aveva deciso la maggioranza: “io sono fatto di un’altra pasta”.
“Domenica noi dobbiamo scrivere una pagina nuova del nostro impegno per il Paese, senza strappare fogli scritti o tornare a vecchie letture – afferma poi Maurizio Martina -. Si può fare rinnovando il nostro progetto con un riformismo radicale capace di ripartire da una visione della società dove nessuno rimanga indietro”.
“Un milione di votanti sarebbe rivoluzionario nel 2019” è l’auspicio di Nicola Zingaretti. Il nuovo segretario Pd sarà anche il candidato premier? “Non è detto – dice a ‘Repubblica.it’ -. Io sarò servitore di una causa di tutti”.