Toccherà al Matteo nazionale convincere il Paese con le sue promesse.
Matteo Renzi conosceva bene le intenzioni di Enrico Letta,quelle di presentarsi in Parlamento per esporre al Paese una versione riveduta e corretta del suo programma su cui chiedere la fiducia alle Camere.Ma il Sindaco di Firenze non essendo membro del Parlamento ha ben pensato di evitare il voto parlamentare e,così,spostare la discussione là dove la platea sarebbe stata interamente sua:la direzione del PD.Del resto la rapidità con cui Renzi ha rovesciato la sua linea politica ed organizzato la propria designazione costituisce agli occhi del Paese una prova di carattere ed efficienza politica.Anche i mercati hanno reagito positivamente ed almeno per adesso sembrano dargli ragione.Ma da qui inzia il cammino del Fiorentino buontempone e rottamatore perchè dovrà convincere gli italiani che potranno contare sulle sue promesse.A questo punto è lecito porsi alcune domande per cercare di capire e far capire a chi ci legge la performance del Rottamatore.Fino a qualche giorno fa, Renzi andava in giro dicendo che l’Italia aveva bisogno di due riforme fondamentali per la sua stessa esistenza:la riforma della legge elettorale,già concordata con Silvio Berlusconi,e un nuovo Senato.Senza queste due riforme il Paese avrebbe corso il rischio di tornare alle urne con un sistema proporzionale che avrebbe generato solo ingovernabilità,perchè avrebbe eletto un Senato con una maggioranza diversa dalla Camera conseguente allungamento dei tempi di approvazione delle leggi.Ci spigava altresì il Sindaco,che una volta approvate le due riforme,il Presidente della Repubblica avrebbe potuto sciogliere le Camere e permettere al Paese di scegliere il Governo.Era in quel momento che lui si sarebbe sentito vincitore agli occhi degli italiani.Oggi invece lo stesso Renzi ci dice che il Paese ha necessità di essere governato senza interruzione e fino alla scadenza naturale della legislatura.Ma quali sono gli alleati? E se dovesse mantenere la promessa di procedere alle riforme tanto sbandierate quale strada percorrerà?Quella di andare subito dopo alle elezioni o quella di proseguire ,magari, con l’alleato che lo appoggerà sulle riforme?Ma un “piccolo” particolare sembra sfuggire al Matteo nazionale che la nostra costituzione è ancora vigente ed il Presidente del Consiglio è diretta espressione delle maggioranze che si formano in Parlamento.Questa è la sua vulnerabilità.
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