È ancora festa a Santa Maria in Portico

Napoli. Si conclude oggi, sabato 17 luglio, dopo gli appuntamenti religiosi che si sono tenuti da mercoledì scorso 14 luglio, la solennità annuale di Santa Maria in Portico, particolarmente sentita da secoli dai napoletani, innanzitutto dagli abitanti del quartiere Chiaia.

Il programma odierno della festa che avrà luogo in osservanza delle disposizioni vigenti in materia di prevenzione antivirus, prevede dalle ore 17.45, il Santo Rosario in canto e l’Eucaristia, presieduti da Padre Domenico Aiuto, “leonardino”, vicario generale con Messa nella bellissima Chiesa di Santa Maria in Portico, guidata da parroco, padre Raffaele Tosto dei Leonardini.

A partire dalle ore 17.45, il Santo Rosario in canto, l’Eucaristia, presieduti da Padre Domenico Aiuto “leonardino”, vicario generale. L’attesa Messa dedicata verrà officiata nel rispetto delle normative anticovid nella bellissima chiesa di notevole valenza storica, che vanta testimonianze artistiche di pregio, guidata da parroco, padre Raffaele Tosto dei Leonardini.

Al termine delle suggestive celebrazioni religiose, verranno aperte le degustazioni distribuite gratuitamente, in onore della Madonna, offerte dal “Gruppo Santa Maria in Portico store” costituito da Gastronomia Arfè, di Antonio Arfé; La boutique della frutta, di Roberto Ramaglietta; Movino risto wine bar, di Enrico Maria Aveta; Pizzeria Zamparelli, di Andrea Zamparelli che offriranno vari assaggi delle loro squisite specialità, preparate in ossequio della “Madre di titti che non abbandona mai i suoi figli”.

Tra le degustazioni gratuite verrà proposta la famosa e squisita “Pasta con fagioli e cotiche alla Santa Maria in Portico” firmata dallo chef d’eccellenza Antonio Arfè, un piatto storico nella versione di famiglia che vanta 150 anni di tradizione gastronomica della pregiata ditta a Napoli, onore e vanto della gastronomia napoletana, conosciuta e apprezzata anche all’estero. La sostanziosa pietanza verrà proposta con qualche lieve innovazione, allo scoop di renderla più leggera e digeribile, in considerazione del periodo caldo in cui capita la festa, ma egualmente gustosa e nel rispetto della tipicità napoletana.

La bellissima Chiesa di Santa Maria in Portico, situata tra via Martucci e la Riviera, è stata costruita nel 1632, grazie alla Congregazione dei Chierici regolari della Madre di Dio per volere della duchessa di Gravina, Felice Maria Orsini, donò poi con l’antico palazzo di famiglia ed alcuni terreni circostanti ai padri Lucchesi della Madre di Dio. La denominazione “Santa Maria in Portico” si deve alla miracolosa immagine romana detta “del Portico d’Ottavia”. I lavori di sono svolti sotto l’egida dell’architetto Nicola Longo, che si occupò anche del complesso conventuale. Fra le varie testimonianze artistiche, nell’interno si possono ammirare: la decorazione in stucco della volta, datata 1634, come è scritto sulle monete che fuoriescono dalla cornucopia dell’Abbondanza alla sinistra dell’altare, e opera di un artista ignoto che si firma “D.P.”, con putti alati e rosoni alternati a cherubini, mentre al di sopra delle finestre si trovano angioletti con i simboli della Vergine: il pozzo, la casa, la fontana, la posta, il tempio, la torre; nei quattro archi che sorreggono la cupola, le allegorie delle virtù cardinali e teologali e sui pennacchi stemmi a cartoccio con il monogramma greco della Vergine “MP ΘY”; il cornicione decorato da un’alternanza di ovali, rosoni, dentelli e cherubini; le due acquasantiere in marmo bianco e grigio del XVII secolo, composte da una testa d’angelo che sorregge una conchiglia; la pavimentazione del Settecento, in cotto, con ai lati riquadri in marmo bianco e grigio e, al centro intarsi rossi e gialli. Al centro la lapide tombale di Felice Maria Orsini, sepolta nella chiesa nel 1647, caratterizzata da un teschio in marmo rosso, grigio e giallo. Un’altra lapide e posta di fronte alla terza cappella di sinistra. Ancora, i lampadari settecenteschi con foglie e fiori in vetro di murano, gli armadi in noce intagliato nella sagrestia, opera seicentesca di Francesco Meniconi e il lavabo di Domenico Antonio Vaccaro; i confessionali in legno, la poltrona vescovile di inizio 800, con zampe e fusto tigrati e braccioli a forma di serpente e i due sgabelli il pulpito, opera del Seicento in legno dorato, sormontato da un baldacchino decorato. Nella chiesa è custodito pure un presepe seicentesco.

Teresa Lucianelli

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