E i sacrifici continuano

Ormai gli italiani sono diventati leader mondiali di sacrifici. I prezzi salgono vertiginosamente: gas, energia elettrica, petrolio sono alle stelle. Quei poveri italiani che avevano comprato auto a metano sono costretti a tenerle ferme e anche la benzina non scherza. Salgono i prezzi dei cereali e di conseguenza delle farine. Ferro, rame, piombo e alluminio gareggiano tra loro a chi raggiunge la vetta più alta e questo ha una ricaduta negativa per i costi delle industrie e conseguentemente per la popolazione. Putin coltiva il sogno di annettere tra pochi giorni l’Ucraina, mentre Stati Uniti e Europa impongono sanzioni economiche senza precedenti alla Russia. Le guerre, da sempre, oltre a trascinarsi dietro il loro carico di vittime, di devastazione e di orrori si insinuano inevitabilmente nella vita di tutti i giorni e impongono a tutti sacrifici economici e morali. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi nel suo discorso al Senato ci ha chiesto sacrifici, sostenendo che i sacrifici che compiremo oggi saranno a difesa della nostra libertà e democrazia domani. Sacrifici quotidiani ci sono stati chiesti ed imposti  per due anni a causa della pandemia. Abbiamo dovuto rinunciare alla socialità, alla scuola, alle vacanze spensierate, agli abbracci alle persone più care e persino ai figli.  Molti hanno perso il lavoro e la casa. Ma oggi, mentre ancora usiamo mascherine e igienizzanti e manteniamo le distanze e dobbiamo usare il super green pass, nel cuore dell’Europa è scoppiata una guerra di cui non conosciamo conseguenze e durata. I sacrifici economici colpiranno sempre di più i più deboli, i meno abbienti, Saremo costretti a spegnere il riscaldamento? O a non accendere i climatizzatori per rifrescare l’aria la prossima estate? Gli economisti già prevedono che l’inflazione salirà ancora per l’anno in corso e per il 2023. Un corto circuito per l’economia dovuto alla sua stagnazione. Putin con la sua sciagurata azione ha rubato i sogni a tanti bambini e alla loro infanzia spensierata, il tutto sotto gli occhi di un mondo occidentale che è rimasto in letargo per anni, anzi per lo stesso, lo Zar era considerato un politico illuminato, una guida da imitare. I sovranisti fino a qualche mese fa guardavano a lui come ad un profeta. Forse dovremo considerarci fortunati perché la nostra guerra  la combattiamo contro il caro energia, contro l’inflazione, senza spargere sangue innocente. Tutto questo dovremmo spiegarlo a qualche leader italiano che ad ogni piè sospinto cita S. Agostino o si fa il segno della croce, ma palesemente mostra nostalgia per chi sparge il sangue dei ‘bimbi’ come li chiama lui.

Andrea Viscardi

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