Addio al professore Giovanni Sartori, padre della scienza politica italiana, uno dei massimi esperti a livello internazionale. Aveva 92 anni. Era emerito Professor in the Humanities alla Columbia University di New York, dove ha ricoperto la prestigiosa cattedra Albert Schweitzer, e professore emerito di scienza politica all’Università di Firenze. E’ stato insignito di otto lauree honoris causa e nel 2005 ha ricevuto il prestigioso Premio Principe delle Asturie, considerato il Nobel delle scienze sociali. Tra i numerosi titoli di cui andava fiero, quello di accademico dei Lincei. Giovanni Sartori è deceduto nella sua casa romana nella notte tra domenica e lunedì scorsi, a causa di una crisi respiratoria, ma la notizia della scomparsa, come ha spiegato la famiglia l’AdnKronos, è stata divulgata, per espressa volontà del defunto, solo tre giorni dopo la morte. Nato a Firenze il 13 maggio 1924, il politologo e sociologo non avrà nè funerali religiosi nè civili, sempre per sua volontà testamentaria. Nei prossimi giorni la salma sarà tumulata nella cappella di famiglia nel cimitero delle Porte Sante di Firenze, dove riposa un suo grande amico e collega, Giovanni Spadolini, ex presidente del Senato, che fu professore di storia nella sua stessa Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” all’Università di Firenze.
Sartori è stato sposato con la nobildonna Giovanna di San Giuliano, da cui in seguito divorziò è ha avuto una figlia, Ilaria Sartori. Nel 2008 si era fidanzato con l’artista Isabella Gherardi, con la quale si è sposato nel 2013. L’utima apparizione pubblica del politologo risale al 12 maggio 2016, quando gli è stata dedicata una sala nella biblioteca del Senato, alla quale ha donato un importante fondo librario di oltre 7mila volumi. Era editorialista del “Corriere della Sera”, con cui collaborava da quasi mezzo secolo, quando direttore era Spadolini. A 18 anni Sartori si iscrisse alla Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” della sua città, dove si laureò nel 1946 e dove iniziò la carriera come docente di filosofia moderna. Nel 1956 ottenne la prima cattedra di scienza della politica in Italia, una nuova materia appena inserita nello statuto della Facoltà fiorentina. Sartori ha insegnato scienza della politica a Firenze prima come incaricato (1956-63) e poi come professore ordinario (1966-76) fino a quando lasciò l’Italia. Nel 1976 si era trasferito negli Usa, insegnando prima alla Stanford University e dal 1979 al 1994 alla Columbia University.
Sartori è autore di una vasta biblografia, anche in inglese, lingua on cui è scritto il suo testo di riferimento internazionale, “Parties and party system” (1976), una trattazione sistematica dei rapporti tra sistema partitico, società e sistema politico; trattazione sviluppata poi, con specifico riferimento all’Italia, in “Teoria dei partiti e caso italiano” (1982). Molte delle sue opere hanno anche con un taglio divulgativo e non solo specialistico: “Democrazia e definizioni” (1957; nuova edizione 1969, Il Mulino); “La politica. Logica e metodi in scienze sociali” (Sugarco 1979); “Teoria dei partiti e caso italiano” (Sugarco, 1982); “Elementi di teoria politica (Il Mulino, 1987); “Seconda Repubblica? Sì, ma bene” (Rizzoli, 1992); “Democrazia. Cos’è” (Rizzoli, 1993); “Come sbagliare le riforme” (1995); “Mala tempora” (Laterza, 2004), “Mala costituzione e altri malanni” (Laterza, 2006); “La democrazia in trenta lezioni” (Mondadori, 2008); “Logica, metodo e linguaggio nelle scienze sociali” (Il Mulino, 2011). Sartori è stato fondatore e direttore (1971-2003) della “Rivista italiana di scienza politica”. Il politologo e sociologo ha dedicato l’ultimo quarto di secolo a riflessioni anche sui temi di attualità quali l’immigrazione, i multiculturalismo, l’ambiente, la sovrapposizione e la società dei mass media. In questo ambito si ricordano i libri: “Homo videns. Televisione e post-pensiero” (Laterza, 1997); “Pluralismo, multiculturalismo e estranei. Saggio sulla società multietnica” (Rizzoli 2000); “La terra scoppia. Sovrapopolazione e sviluppo (con Gianni Mazzoleni, Rizzoli, 2003); “Il sultanato” (Rizzoli, 2009); “Il paese degli struzzi. Clima, ambiente, sovrappopolazione (Ambiente, 2011); “La corsa verso il nulla. Dieci lezioni sulla nostra società in pericolo” (Mondadori, 2015). Nel 2015 l’ex allievo Stefano Passigli ha curato il volume “La politica come scienza. Scritti in onore di Giovanni Sartori”, in cui sono raccolti i contributi di numerosi studiosi sulle tematiche centrali del suo pensiero.
Nel 1963 Sartori partecipò al primo concorso di sociologia indetto in Italia, entrando al secondo posto nella terna dopo Franco Ferrarotti. Fu così chiamato a Firenze alla cattedra di sociologia applicata, dove insegnò la materia per tre anni come professore straordinario (1963-66), per poi tornare come ordinario alla scienza della politica. Nel frattempo aveva conseguito la libera docenza in storia della filosofia Moderna (1954) e poco dopo in dottrina dello Stato (1955). Sartori fu anche preside della Facoltà di Scienze Politiche di Firenze nel triennio “rivoluzionario” 1969-1971, osteggiando, come disse, “l’ingresso del 1968 nella cultura universitaria”. In quel periodo riuscì a far funzionare la sua Facoltà (fucina di costituzionalisti e diplomatici di carriera) con voti, esami e lezioni regolari: il che gli meritò ancora da giovane, nel 1971, la Medaglia d’oro per meriti culturali ed educativi del presidente della Repubblica, ma anche l’ostilità di talune frange dell’accademia; ostilità che furono alla base, come ha raccontato, della sua decisione di lasciare l’università italiana per andare a insegnare negli Usa.
Tra i suoi allievi e assistenti, durante gli anni di insegnamento a Firenze, si annoverano Stefano Passigli, Gianfranco Pasquino, Domenico Fisichella e Giuliano Urbani (gli ultimi due sono stati entrambi ministri dei Beni culturali nei governi Berlusconi). Nel 1971 Sartori fonda la “Rivista italiana di scienza politica”, di cui resta direttore fino al 2004, quando ne cede la proprietà alla Società italiana di scienza politica. Dal 2002 faceva parte dei garanti dell’associazione Libertà e Giustizia, dalla quale si è dimesso nel 2005, in polemica con l’intenzione (poi ritirata) di Carlo De Benedetti, promotore dell’associazione, di aprire a Silvio Berlusconi un fondo d’investimento da lui progettato. Sartori è considerato uno dei principali autori nel campo della teoria della democrazia, dei sistemi di partito e dell’ingegneria costituzionale nel mondo accademico internazionale.
Sartori ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università di Genova nel 1992; dall’Università di Georgetown (Usa) nel 1994; dall’Università di Guadalajara (Messico) nel 1997; dall’Università di Buenos Aires (Argentina) nel 1998; dall’Università Complutense di Madrid (Spagna) nel 2001, dall’Università di Bucarest (Romania) nel 2001; dall’Università di Atene (2005); dall’Università di Urbino (2005). L’Unam di Città del Messico (Messico) nel 2007 lo ha nominato dottore onorario per i suoi contributi allo studio della Costituzione messicana. Nel 1999 è stato nominato Comendador del Ordem do Cruzeiro do Sul dal presidente della Repubblica Federale del Brasile ed era membro della American Academy of Arts and Sciences e della Accademia dei Lincei. I suoi libri sono tradotti in più di trenta lingue.