Tragedia nelle acque tra l’Italia e la Libia. 54 persone sarebbero decedute nel tentativo di giungere via mare nel nostro Paese. Secondo quanto riportato dall’unico superstite, un cittadino eritreo, 55 persone si sarebbero imbarcate dalla Libia e tutti gli altri passeggeri sarebbero morti di disidratazione dopo un calvario durato 15 giorni. Come si legge in un comunicato diffuso dallo stesso Unhcr, alcuni pescatori hanno avvistato l’uomo la notte scorsa a largo delle coste tunisine e hanno allertato la Guardia Costiera tunisina che ha soccorso il superstite. L’uomo è stato immediatamente portato all’ospedale di Zarzis dove è ricoverato per assideramento e disidratazione. Operatori dell’Unhcr hanno incontrato in ospedale il sopravvissuto che ha dichiarato di esser partito da Tripoli a fine giugno. Dopo un giorno di navigazione l’imbarcazione sarebbe giunta in prossimità della costa italiana ma i forti venti l’avrebbero spinta indietro. Nel giro di pochi giorni il gommone ha iniziato a sgonfiarsi. In base alla testimonianza del sopravvissuto non c’era acqua a bordo ed i passeggeri avrebbero iniziato a morire di disidratazione. Molti, compreso il superstite, hanno bevuto acqua marina. L’uomo è stato soccorso mentre era aggrappato a resti dell’imbarcazione ed una tanica. Secondo quanto riportato dall’uomo circa la metà dei deceduti erano di nazionalità eritrea, compresi tre suoi parenti. Dall’inizio dell’anno ad oggi circa 1.300 persone sono giunte via mare in Italia dalla Libia. Un’imbarcazione con 50 fra eritrei e somali è tuttora in mare aperto dopo che ieri i passeggeri hanno rifiutato il soccorso delle Forze Armate maltesi. Nel 2012 fino ad ora sono giunte a Malta circa 1.000 persone, in 14 sbarchi. Altre due imbarcazioni sono state intercettate dai maltesi ma hanno continuato il loro viaggio verso l’Italia. L’Unhcr stima che quest’anno siano circa 170 le persone morte o disperse in mare nel tentativo di giungere in Europa dalla Libia.
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