A quasi due anni dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018, è stato inaugurato il nuovo viadotto sul torrente Polcevera, denominato Ponte “Genova San Giorgio”. Una cerimonia alla presenza delle cariche più alte dello Stato a cominciare dal Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“È un’opera mirabile frutto del genio italico, di una virtuosa collaborazione tra politica, amministrazione locale, impresa e lavoro” ha detto il primo ministro prima di tagliare il nastro “la dimostrazione che il nostro Paese sa rialzarsi, sa tornare a correre”.
Genova inaugura il nuovo Ponte San Giorgio: tutti i numeri dell’opera
L’opera disegnata dall’archistar Renzo Piano è stata realizzata in tempi record dalle aziende Salini Impregilo e Fincantieri, unite nella joint venture PerGenova.
Su un totale di venti cantieri sono state impiegate circa mille maestranze per 330 piccole e medie imprese italiane, che hanno lavorato senza sosta 24 ore su 24, 7 giorni a settimana.
Alla costruzione hanno cooperato anche due controllate di Ferrovie dello Stato, Italferr, la società di ingegneria del Gruppo FS, che ha sviluppato la progettazione esecutiva del nuovo viadotto, e Anas che ha concluso le operazioni prima dell’inaugurazione, analizzando i risultati delle prove di carico effettuate sulla struttura e certificando l’esito positivo del collaudo avvenuto pochi giorni fa.
In totale il nuovo ponte ha avuto un costo di 202 milioni tra la parte della progettazione e quella della costruzione, mentre per la demolizione di quello che rimaneva del vecchio Morandi si è speso 19 milioni. Non sono esclusi ulteriori costi extra ancora da valutare a carico di Autostrade per l’Italia.
Genova inaugura il nuovo Ponte San Giorgio: le caratteristiche
La nuova opera, fondamentale per la mobilità della Liguria e come arteria di collegamento per tutto il Nord Italia, presenta delle caratteristiche di grande innovazione rispetto al panorama delle infrastrutture italiane. Vediamo quali sono.
Il Ponte San Giorgio è sorretto da 18 pile in cemento armato ed è composto da un impalcato in acciaio, concepito da Renzo Piano con la forma della chiglia di una nave, con una travata continua di lunghezza totale pari a 1067 metri suddivisa in 19 campate così suddivise:
- 14 in acciaio-calcestruzzo da 50 metri;
- 3 campate in acciaio-calcestruzzo da 100 metri;
- una campata in acciaio-calcestruzzo da 40,9 metri;
- un’ultima campata in acciaio-calcestruzzo da 26,27 metri.
Le vere novità tecnologiche sono rappresentate dall’istallazione uno speciale sistema di deumidificazione per evitare la formazione di condensa salina e limitare i danni da corrosione dell’aria salmastra che arriva dal golfi ligure.
Dal punto di vista della manutenzione, l’innovazione sarà portata dall’utilizzo di due robot, agganciati a binari sotto il ponte, che percorreranno da un lato all’altro senza interrompere il traffico allo scopo di effettuare radiografie della struttura. Eliminando così la necessità di inviare sul posto squadre per l’ispezione che dovrebbero montare impalcature aeree e bloccare parzialmente la carreggiata.
Le operazioni dei due robot saranno poi integrate con i dati raccolti dai sensori intelligenti capaci di percepire scostamenti millimetrici.
Infine l’elemento della sostenibilità ambientale è assicurato dai pannelli fotovoltaici, che produrranno l’energia necessaria per il funzionamento dei sistemi del ponte San Giorgio: dall’illuminazione – 43 lampioni, uno per ogni vittima del ponte Morandi -, alla sensoristica, passando per gli impianti che mantengono in vita la centrale operativa.