“E’ perfettamente comprensibile la rabbia degli onesti cittadini, chiaramente dovuta al furbesco comportamento di certi banchieri che, con l’adozione di contratti con anatocismo, illegittimi interessi ultralegali e spesso usurari, solo nell’ultimo trentennio hanno sottratto illegittimamente agli Italiani circa 50 miliardi di € causando, attraverso una dittatura finanziaria, il dilagare della crisi economica e la perdita di tanti posti di lavoro”. Così l’On. Domenico Scilipoti, leader del Movimento di Responsabilità Nazionale, in riferimento a quanto accaduto ieri, nella capitale e in tutta Italia. Il 5 febbraio 2011 a Roma, il deputato MRN con i suoi collaboratori tecnici del settore aveva illustrato al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi i dati di tale scempio ed il rimedio da attuarsi attraverso un possibile speciale dipartimento o missione per la risoluzione delle criticità bancarie e consumeristiche, (per il quale il Presidente del Consiglio aveva mostrato disponibilità per un’eventuale realizzazione), indicando prudenzialmente in 40 miliardi di € gli indebiti bancari da rendere alla collettività produttiva nazionale. “Con queste risorse, delle quali almeno un 30% a beneficio dell’Erario, il sistema Italia avrebbe potuto contare sul necessario per lo sviluppo e, soprattutto, avrebbe dato un chiaro messaggio di riconciliazione tra alcuni banchieri predoni e la collettività nazionale. Dopo pochi giorni, invece, anziché avviare un confronto e dialogo su come porre in essere il meccanismo di restituzione dei 40 miliardi di € senza appesantire i bilanci bancari diluendone l’onere in almeno un decennio, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha messo in moto il lobbismo parlamentare trasversale più sfrenato per calare dentro al Decreto mille proroghe, approvato il 25 febbraio 2011, la norma che camuffa e mantiene l’anatocismo”. L’on. Scilipoti con i suoi tecnici, nonostante le piccole divergenze con il Ministro Tremonti, è riuscito solo a far approvare un Ordine del Giorno riparatore, il n. 9/04086/263, che non ha ancora avuto seguito. Nel frattempo la possibile realizzazione del dipartimento o missione per la risoluzione delle criticità bancarie e consumeristiche proseguiva e prosegue con la continua lotta all’USURA bancaria portata avanti dall’On. Scilipoti ed dal suo Forum Nazionale Antiusura Bancaria. “Intanto, in occasione del decreto sviluppo di maggio 2011, il lobbismo dell’ABI ha praticamente portato il Governo ad aumentare di quasi il 2% le soglie dei tassi usurari in modo che le Banche potessero praticare interessi più elevati alla clientela e sanare le malefatte passate”. Continua l’On. Scilipoti: “Pur in temporanea divergenza col Ministro Tremonti, ho ancora contribuito a mantenere la legislatura votando la fiducia ed ottenendo un altro Ordine del Giorno riparatore, stavolta, col voto palese anche dell’ IDV, non votato né dall’UDC, né dal FLI e neppure da PD”. “Ora i banchieri non si meraviglino se le loro vittime si ribellano ed esprimono rabbia che, purtroppo, sta degenerando. L’attuale onda di sommossa sociale contro le banche – prosegue il deputato MRN – richiede un atto immediato di contrizione della coscienza del potere bancario nazionale e, previa rimozione o rimodulazione delle norme salvabanche immesse nel decreto Milleproroghe e nel decreto Sviluppo, porre in essere quel processo di restituzione di una parte degli indebiti bancari quali risorse per attuare lo sviluppo senza mortificare quel 99% che oggi si ribella. Stiamo studiando, assieme ai miei collaboratori tecnici di settore, come il sistema creditizio può acquisire almeno una parte dei circa 40 miliardi di € di risorse e diluirne l’impatto sui loro bilanci nei prossimi dieci anni. Nel frattempo – conclude l’On. Scilipoti (MRN) – vanno sì condannati i violenti, infiltrati non solo dalle lobbies bancarie, tra i manifestanti indignati di destra e di sinistra che, giustamente, hanno pacificamente esposto le loro ragioni, ma una condanna quasi senza appello va indirizzata a chi ha già solo pensato di tagliare i soldi alle forze dell’ordine, che sono, oggi, una delle ultime barriere a difesa della democrazia e dello Stato”.