A Bruxelles si è tenuta la conferenza stampa dell’Ecr Party, dove le voci dei leader e i dati concreti si sono intrecciati per offrire una visione chiara delle sfide e delle soluzioni per il settore agro-industriale europeo. A dare il via ai lavori è stato Antonio Giordano, segretario di Ecr Party, che ha aperto l’evento ribadendo l’importanza di un approccio multilaterale e condiviso. «Rimaniamo uniti per supportare il settore primario e guidare la discussione in Europa sul tema», ha dichiarato Giordano, segnando con fermezza la rotta politica del gruppo verso un futuro meno vincolato dalle regolamentazioni dell’Ue.
E’ stata presentata un’analisi approfondita dei dati raccolti in Italia, Francia e Polonia, frutto di 4500 interviste mirate a indagare le priorità e le attese di lavoratori e imprese del comparto. L’analisi ha rivelato come i salari rimangano una preoccupazione fondamentale, soprattutto in Polonia (75,6% dei lavoratori ritiene i salari inadeguati) rispetto alla Francia (66%) e all’Italia (65,6%). Anche le condizioni di lavoro risultano particolarmente critiche dal giudizio dei francesi, mentre i lavoratori polacchi e italiani esprimono un giudizio meno severo.
E’ stato evidenziato come l’aumento dei costi delle materie prime sia percepito come il problema principale per quasi l’80% delle aziende dei tre Paesi esaminati. Un altro nodo cruciale è rappresentato dalla competitività estera e dalla regolamentazione eccessiva imposta dall’Unione Europea, che le imprese italiane, nello specifico, considerano un freno alla crescita e alla concorrenza sul mercato globale, giudicando positivamente invece l’operato del governo Meloni. Anche l’accesso al credito continua a rappresentare un ostacolo, soprattutto per le aziende italiane (50,9%). Infine, la valorizzazione dei prodotti locali come il Made in Italy è stata individuata come un tema prioritario, con il 47,6% delle aziende italiane che ritiene adeguato l’operato del governo in questa direzione.
È intervenuto Carlo Fidanza, rappresentante italiano di Ecr, che ha sottolineato i successi italiani, merito dell’impegno del governo Meloni e anche del ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, guidato da Francesco Lollobrigida, i cui sforzi hanno garantito un supporto tangibile al settore agro-industriale. Fidanza ha ricordato come le proteste degli agricoltori in Italia, rispetto al resto delle capitali europee, siano state minime e rivolte principalmente contro le normative Ue, non contro le misure del governo italiano. «È essenziale che l’Europa smetta di imporre vincoli che invadono i nostri i mercati», ha dichiarato Fidanza. Quanto alla sostenibilità, «molte aziende adottano già pratiche sostenibili, e pur potendo migliorare, siamo su un buon punto – ha aggiunto – e con il contributo di Fitto nella nuova architettura della Commissione, affronteremo le sfide future in modo efficace».
Carlo Fidanza ha risposto sulla questione del Made in Italy, ribadendo che l’Ecr si batterà per garantire maggiore protezione e valorizzazione dei prodotti nostrani. Il parlamentare italiano ha spiegato che la competizione iniqua si manifesta a più livelli, citando come alcuni sistemi di etichettatura dei prodotti scoraggino ingiustamente i consumatori verso prodotti di alta qualità come il Parmigiano Reggiano. È necessario «ristabilire un equilibrio corretto», in cui la difesa della salute dei consumatori vada di pari passo con la promozione delle eccellenze alimentari europee.