72 Ilva Taranto, 450 Alcoa o 277 Termini Imerese. Dall’inizio dell’anno nel settore delle costruzioni si sono persi circa 360.000 posti di lavoro che salgano alla cifra vertiginosa di 550.000 unità considerando l’indotta. Una nuova piaga sociale che è stata illustrata dall’Ance(l'associazione dei costruttori edili) che fotografa l’anno nero dell’edilizia italiana. Parallelamente anche il mercato immobiliare sta vivendo un periodo negativo con una riduzione di circa il 24%, nei primi nove mesi di questo 2012, nella compravendita di abitazioni. Diversi, secondo l’analisi illustrata dell’Ance, i motivi che hanno portato a questa flessione del comparto ‘abitativo’ italiano: incertezza, blocco del circuito finanziario a medio-lungo termine che rende difficile alle famiglie accedere ai mutui per l'acquisto della casa e poi l’Imu. Un dato su tutti fa capire le difficoltà che sta vivendo il settore immobiliare in questo periodo: i mutui erogati alle famiglie nei primi sette mesi del 2012 sono diminuiti del 47,9% contro il 21,5% nel periodo 2007-2011. Allo stesso tempo confrontando il numero delle nuove famiglie con quelle delle abitazioni messe in cantiere emergerebbe un fabbisogno potenziale di circa 596.000 abitazioni. Per le imprese che realizzano lavori pubblici c’è l’aggravante dei ritardi dei pagamenti che investe il comparto da nord a sud. La PA deve restituire alle imprese di costruzione ben 19 miliardi di euro e la somma è in costante crescita.