Un ritratto fuori e dentro la scena: quello di un uomo che ha portato il teatro nel mondo e il mondo a teatro, le sue origini, i suoi rapporti familiari, e che è anche l’affresco storico di un’epoca. Ad oltre trent’anni dalla sua scomparsa Eduardo De Filippo (1900-1984) diventa serie tv: dietro la macchina da presa Mario Martone, per la prima volta alle prese con una serie televisiva, un progetto di respiro internazionale. Un indimenticabile ritratto personale: la società di produzione Publispei, protagonista dell’audiovisivo italiano, sta preparando un nuovo progetto sul maestro del teatro italiano, protagonista del Novecento europeo.
Ispirata al libro di Maurizio Giammusso ‘Vita di Eduardo’ (minimum fax), la serie segue l’artista attraverso gli anni del fascismo, la guerra e il dopoguerra, incrociando di continuo vita pubblica e vita privata, e componendo un grande affresco, ove trovano spazio tutti gli elementi: i matrimoni e i figli, il cinema i successi internazionali, la nomina a senatore a vita e tanto altro ancora.
Ma un secondo progetto, sempre su Eduardo, è in lavorazione da un anno e mezzo con la ditta Agostino Saccà e la sua Pepito Produzioni e la regia e la sceneggiatura di Sergio Rubini. A rivelarlo è lo stesso Saccà: ‘Da un anno e mezzo stiamo lavorando a questa serie. Abbiamo già presentato alla Rai un soggetto di serie, quelli delle 8 puntate e un trattamento del primo episodio della prima puntata. Inoltre all’ultimo mercato di Cannes abbiamo avuto modo di presentare su questo progetto su Eduardo un trailer di 4 minuti, già visionato dalla Rai, a possibili partner internazionali che si sono mostrati interessati al progetto’.
Per Martone si tratta di una nuova sfida: sarà infatti la prima volta in cui si cimenterà alla regia di una serie televisiva. Dopo le sue numerose esperienze al cinema e a teatro, regista di pellicole pluripremiate come “Il Giovane Favoloso”, “L’Amore Molesto”, “Morte di un matematico napoletano” e più recentemente, a teatro, di un classico di Eduardo De Filippo come “Il sindaco del rione sanità”, Martone ha elaborato con Ippolita di Majo un soggetto che affronta una stagione irripetibile della scena della cultura europea, quella della Napoli del primo Novecento, in cui spiccavano il padre naturale Eduardo Scarpetta e la sua leggendaria famiglia di geni teatrali, a cominciare dai figli Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, e il loro ‘fratello in arte’, il principe Antonio De Curtis, Totò. Il difficile passaggio attraverso gli anni del fascismo, della guerra e del dopoguerra, che sono anche quelli in cui vedono la luce le sue opere più celebri – Natale in casa Cupiello, Napoli milionaria!, Questi fantasmi!, Filumena Marturano – fino alle incursioni tutt’altro che sporadiche nel cinema e nella televisione, che faranno di Eduardo una figura di tale rilievo nella cultura e nella società italiana da meritare la nomina a senatore a vita.