Il bilancio degli scontri avvenuto ieri sera ad il Ciaro, durante una manifestazione di circa duemila cristiani copti, per la demolizione di una chiesa nella provincia di Aswan, è di 24 morti e 200 feriti. A fornire i dati, è stato il ministero egiziano della Sanità. Nella notte, in alcune zone della città, è stato imposto il coprifuoco per cinque ore, che si è concluso stamani alle 7. Gli scontri sono i più violenti dalla rivolta di inizio anno che l’11 febbraio ha costretto alle dimissioni l’ex presidente Hosni Mubarak. Secondo la tv di Stato, i manifestanti hanno lanciato sassi e aperto il fuoco contro i soldati dispiegati nella zona della protesta. Stando a fonti della sicurezza, i manifestanti hanno incendiato due mezzi blindati, sei auto private e un bus. Decine di persone sarebbero state arrestate. “ Ignoti hanno sparato contro i dimostranti” , ha detto invece l’attivista Rami Kamel, citato dall’agenzia di stampa Dpa. Secondo alcuni testimoni citati della Dpa, inoltre, due mezzi blindati avrebbero puntato sulla folla di manifestanti e ucciso diverse persone. Durante la protesta sono state incendiate immagini del governatore di Aswan, Mustafa al-Sayed, che ha ordinato la demolizione della chiesa sostenendo fosse stata costruita illegalmente. Ieri sera i dimostranti hanno chiesto il licenziamento di al-Sayed e la ricostruzione del luogo di culto.
Il movimento salafita egiziano si dice estraneo agli scontri. “I nostri uomini non hanno partecipato agli scontri avvenuti ieri sera al Cairo tra musulmani e copti” , ha rivelato una fonte del movimento salafita egiziano citata dal quotidiano arabo “al-Quds al-Arabi”. “ Ci hanno tirato in ballo accusandoci di aver provocato lo scontro settario nel Paese – ha affermato – ma è sbagliato, perché noi non abbiamo partecipato agli scontri, che invece condanniamo con forza” .
L’Egitto sarebbe “ in pericolo” dopo gli scontri di ieri sera. Lo ha affermato il premier egiziano Essam Sharaf, che ha rivolto alla popolazione un invito alla calma attraverso un discorso trasmesso dalla tv di Stato. Sharaf ha parlato di “ violenza non necessaria” e di una “cospirazione” per portare il “caos” in Egitto. “Questi eventi ci hanno riportato indietro – ha detto – invece di andare avanti per costruire uno Stato moderno su sane basi democratiche”. Sharaf ha quindi avvertito riguardo ai rischi della “sedizione tra musulmani e cristiani”, parlando di un “ fuoco che brucia tutto e tutti”. Il premier ha poi invitato “ la popolazione egiziana, musulmani e cristiani, donne e bambini, giovani e anziani a restare uniti”. E sulla sua pagina Facebook, il premier ha scritto: “ Quello che sta accadendo non sono scontri tra musulmani e cristiani, ma tentativi di provocare il caos”.
Il Grande Imam di al-Azhar, la più alta istituzione dell’Islam sunnita in Egitto, ha rivolto oggi un appello ai leader musulmani e cristiani affinché si riuniscano per un vertice di emergenza dopo le violenze.