Tensioni, scontri, sangue. Un mix di violenze scuote da mesi l’Egitto e nessun negoziato finora è riuscito a mettere la parola fine a quella che si sta rivelando una vera e propria ecatombe. Così altre 50 persone sono morte nell’ultima giornata di risse, esplose al Cairo quando i Fratelli musulmani sono scesi in strada per contrastare i festeggiamenti organizzati dalle forze armate per il quarantesimo anniversario della guerra del 1973 contro Israele, quella conosciuta come la guerra del Kippur. Tensione soprattutto a piazza Tahrir, nonostante fosse blindata come non mai per evitare che i sostenitori dei Fratelli musulmani potessero mescolarsi ai manifestanti pro esercito. Nel corso della mattinata di ieri squadroni acrobatici di F16 hanno sfrecciato a bassa quota sui cieli della capitale e i blindati a presidio di Tahrir avevano issato bandierine nazionali e la foto del comandante delle Forze armate Abdel Fattah el Sissi. Ma nel pomeriggio la tensione è salita soprattutto in due quartieri del Cairo, Dokki e Ramses, dove le forze dell’ordine sono intervenute per impedire ai manifestanti di avvicinarsi a piazza Tahrir. Colpi di arma da fuoco e lacrimogeni sono stati lanciati sui manifestanti, in un crescendo di caos e sangue per il quale la parola fine è ancora un miraggio.
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