‘Le Forze dell’ordine egiziane proseguono con l’Aviazione il setacciamento di covi terroristi alla ricerca dei takfiri’, i terroristi islamici che hanno compiuto l’attacco di ieri alla moschea nel Sinai settentrionale: lo riferisce un comunicato delle Forze armate pubblicato stamane su Facebook. La nota, senza fornire cifre, conferma che le forze aeree hanno dato la caccia ai terroristi, distrutto vetture utilizzate per l’attentato terrorista e ucciso tutti i passeggeri. Viene annunciato inoltre che le forze armate hanno demolito diversi covi di terroristi contenenti armi e munizioni. La distruzione di mezzi e l’uccisione di almeno 15 persone dopo l’attacco alla moschea di Al Rawdah era stata riferita ieri da siti d’informazione. L’attacco, uno dei peggiori massacri di civili della storia moderna dell’Egitto, come lo definisce il New York Times, ha causato la morte di almeno 235 secondo fonti ufficiali ma in Sinai circolano informazioni di fonte medica che stamane parlano di 310 vittime.
Sono arrivati a bordo di 4 fuoristrada, hanno piazzato ordigni in una moschea sufi nel Sinai, li hanno fatti esplodere e hanno iniziato a sparare sui fedeli. Compiendo una vera e propria carneficina che ha lasciato a terra almeno 235 morti e ha ferito più di 100 persone in quello che per ora è il più sanguinoso attacco che ha colpito l’Egitto. A essere travolto dalla furia terroristica è stato un luogo di culto sufi, un orientamento mistico dell’islam che lo Stato islamico considera apostata ed eretico, nei pressi della cittadina di Bir al-Abd. Nessuno ancora ha rivendicato ma i sospetti si puntano sull’Isis. I jihadisti – secondo ricostruzioni ancora confuse in serata – hanno aperto il fuoco sui circa 300 fedeli riuniti nella moschea per la preghiera del venerdì con armi automatiche ma anche lanciarazzi. Foto mostrano anche segnali di un’esplosione all’interno del luogo di culto di Al Rawdah che il commando ha assediato, bloccando le vie di fuga dei fedeli terrorizzati, sparando anche contro le ambulanze accorse. Un attacco pianificato, mirato probabilmente anche contro il il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi. Che non ha tardato a dirsi pronto ad una risposta ‘brutale’.
L’attentato in serata non era stato ancora rivendicato ma l’Isis ha attaccato la comunità sufi in passato decapitando l’anno scorso tra l’altro un prelato di spicco, quasi centenario e cieco, Suleiman Abu Heraz, e un ‘maestro’ di dottrine islamiche. Il massacro di oggi, che si avvicina a quello della strage degli Al Shabaab a Mogadiscio, ha fatto scattare una serie di attestati di solidarietà con l’Egitto e la sua lotta allo Stato islamico. Il Presidente Sergio Mattarella ha inviato a Sisi un messaggio in cui assicura che l’Egitto potrà contare sempre sul determinato sostegno dell’Italia.
Papa Francesco si è dichiarato profondamente addolorato per la grande perdita di vite umane e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito l’attentato un attacco orribile e vile. La tribù Al-Sawarka, teatro della strage, aveva annunciato la propria partecipazione alla lotta contro l’Isis a fianco dell’esercito nel maggio dell’anno scorso: un elemento che si aggiunge alle analisi sui moventi dell’attentato.