Egitto sull’orlo della guerra civile. I Fratelli Musulmani hanno lanciato un nuovo appello affinché il Paese manifesti per i 51 sostenitori del movimento uccisi dalla polizia al Cairo. Una giornata quella di oggi che si preannuncia bollente per gli scontri. Sarà il giorno del ‘milione di martiri’, come l’ha definito la fiammante retorica dell’organizzazione. L’invito del movimento islamista e’ arrivato poche ore dopo che i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi avevano invitato alla rivolta popolare contro il “golpe militare”. Intanto il presidente ad interim del Paese, Adly Mansur, ha delineato le tappe sa seguire per il nuovo voto: l’Egitto terrà elezioni parlamentari prima di quelle presidenziali, al contrario di quello che chiedevano gli oppositori di Morsi prima del golpe militare. La roadmap contenuta nella dichiarazione costituzionale diffusa nella notte delinea le varie fasi del periodo transitorio, che contempla anche una riforma dell’attuale Costituzione, sospesa dai militari. La dichiarazione, che consta di 33 articoli, assegna al presidente provvisorio e al suo governo tutto il potere legislativo. Secondo il calendario delineato, le elezioni parlamentari e presidenziali dovrebbero tenersi all’inizio del prossimo anno. Un comitato di esperti designato da Mansur dovrebbe anche redigere gli emendamenti alla Costituzione, un testo che poi passera’ a un altro comitato composto da 50 personalita’ della societa’ civile che dovra’ dargli il ‘via libera’ prima che sia sottoposto al plebiscito entro quattro mesi. Due mesi piu’ tardi, si dovrebbero tenere le elezioni parlamentari e una volta che si riunira’ il nuovo Parlamento avra’ una settimana per convocare le presidenziali. L’annuncio e’ arrivato al termine di una giornata in cui almeno 51 persone, in gran parte islamisti, sono morti e oltre 400 sono rimasti feriti di fronte la sede della Guardia Repubblicana; un attacco definito dai Fratelli Musulmani come un massacro. Anche lo sceicco di Al-Azhar, la piu’ prestigiosa universita’ dell’Islam sunnita, ha avvertito del rischio di una guerra.
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