L’Egitto per frante alla crisi economica, potrebbe presto svendere o quanto meno dare in concessione il suo patrimonio archeologico. Sul web, la notizia gira già da diversi mesi e ora una conferma arriva da Adel Abdel Sattar, segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità, che in un’intervista all’emittente OnTv ha parlato di una proposta avanzata dal governo. Si tratterebbe di dare in concessione a soggetti stranieri, ad esempio a tour operator internazionali, alcuni ‘gioielli di famiglia’, come le piramidi di Giza, la Sfinge e le aree templari di Abu Simbel e di Luxor. La somma che l’Egitto riceverebbe in cambio sarebbe pari complessivamente a 200 miliardi di dollari, sufficienti per pagare il grande debito nazionale e avviare progetti di rilancio dell’economia. Per ora Abdel Sattar ha confermato solo l’esistenza della proposta del governo, mentre ha negato che il Qatar o altri ricchi stati del Golfo siano già coinvolti nella vicenda. Il responsabile delle antichità egizie ha spiegato che la proposta gli è stata girata dal ministero delle Finanze e che il suo autore sarebbe l’intellettuale egiziano Abdallah Mahfouz. La proposta non sembra per ora aver raccolto grandi consensi e lo stesso Abdel Sattar ha espresso la sua contrarietà, assicurando che il ministero per le Antichità ha espresso un parere legale contrario. Ma la crisi economica continua a mordere e, in assenza di stabilità politica e di ricette economiche credibili, quella delle attrazioni turistiche e culturali potrebbe essere l’ultima carta da giocare.
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