Egitto, polemiche dopo la mancata chiusura della trasmissione di Youssef

C’è comicità e comicità. Ci sono paesi nei quali la satira politica è garantita anche quando è più che pungente, in altri, invece, si corre il rischio di andare in galera. In Egitto, Bassem Youssef, noto conduttore televisivo è finito sotto inchiesta per aver criticato, nella sua trasmissione, il presidente Mohamed Morsi. La polemica non si è ancora smorzata e questa volta a puntagli il dito contro è un noto predicatore televisivo, lo sheikh Abdullah Badr, che ha chiesto di “impiccare” i giudici che si sono opposti alla chiusura del suo programma. “Bassem Youssef e’ un pazzo – ha detto il religioso islamico in diretta tv – e quello che fa è pura follia, ignoranza e inciviltà“. “Invece una rispettabile corte di giudici – ha proseguito – ci dice che non chiuderà’ il canale o almeno il programma, che e’ un programma che propone critiche costruttive. Giuro davanti a Dio che, se fossi al potere, chiederei la loro esecuzione, giuro che li impiccherei“. Per lo sheikh, i giudici egiziani, spesso accusati dalle forze di ispirazione islamica al potere nel paese di essere a loro avversi, sono “privi di coscienza” e per questo andrebbero uccisi. Nel mirino di Badr anche i media indipendenti del paese, colpevoli a suo giudizio di “diffondere la cultura occidentale e smantellare i valori egiziani“. E neanche lo stesso presidente Mohamed Morsi e’ rimasto immune alle accuse. Il religioso lo ha infatti accusato di aver “sprecato” tempo, non mantenendo la promessa elettorale di adottare la sharia come base del diritto del paese.

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