I militari egiziani questa mattina hanno smantellato quattro cellule terroristiche nei quartieri di Nasr City, New Cairo e Sayeda Zeinab. Otto dei quindici terroristi arrestati avrebbero ricevuto fondi dall'estero per commettere gli attentati. In base alle indagini, le reti militanti potrebbero avere avuto un punto d'appoggio al di là del Sinai e che l'Egitto potrebbe aver attirato diversi miliziani da altre nazioni come la Libia e la Tunisia. Le persone arrestate sono state trovate in possesso di esplosivi, fucili e armi automatiche, 10 sacchi di Tnt, 63 bombe e cinture esplosive, lanciamissili, 199 detonatori, missili anti-carro armato, nove casse di esplosivo, 23 proiettili da cecchino, mezzo chilogrammo di cuscinetti a sfera con le istruzioni per la preparazione di bombe e circuiti elettrici usati per la preparazione di bombe. Uno dei detenuti, il tunisino Mohammed Saeed Merghany, ha dichiarato di essere giunto al Cairo per lavorare nell'industria tecnologica, raccomandato da un altro accusato, Nabil Abdel-Moneim. Merghany ha detto che, nonostante sia un esperto di esplosivi, non ha preso parte ad attività illegali. Un altro degli accusato, l'ex ufficiale Tarik Abu al-Azzem, ha detto di non fare parte di alcuna cellula e di non aver alcun interesse politico dopo essere stato coinvolto in un procedimento penale militare otto anni fa.
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