“Il venerdì dell’ultima chance” : è questo il titolo della mega manifestazione che si è tenuta oggi a Piazza Tahrir. Anche il candidato alla presidenza egiziana Mohamed El Baradei si è aggiunto alle decine di migliaia di manifestanti che si sono anche uniti in preghiera, per commemorare le vittime degli scontri degli ultimi giorni.
Ma la piazza sarà anche oggi teatro di dure proteste, mentre dal Consiglio militare non sono ancora venute conferme ufficiali alle notizie diffuse ieri da vari media egiziani, secondo le quali i militari hanno affidato all’ex premier Kamal El Ganzuri l’incarico di formare un governo di unitànazionale. Non appena il suo nome ha cominciato a circolare sulla piazza, gia’ da ieri sera, e’ stato stroncato perche’ giudicato un esponente del vecchio regime e comunque tropo anziano con i suoi 78 anni.
In Egitto, i morti salgono a 41: Continua a salire il bilancio delle vittime degli scontri in Egitto da sabato scorso, arrivando a 41. Lo comunica il ministero della Sanità egiziana. Intanto la Casa Bianca chiede che il potere in Egitto debba essere trasferito ai civili al più presto possibile. Ieri ha retto per tutta la giornata la tregua raggiunta al Cairo fra manifestanti e forze dell’ordine che per cinque giorni si sono affrontati a piazza Tahrir e nei pressi del ministero dell’Interno egiziano, provocando la morte di almeno 34 persone. Per queste vittime i militari hanno pronunciato parole di scuse e di condoglianze, che però sono state respinte dalla piazza, che ribadisce di volere la fine della gestione dei militari e il passaggio ad un governo transitorio civile. Malgrado le gravi tensioni, che sono sfociate anche nell’arresto e nella aggressione sessuale denunciati da Mona Eltahawy, nota giornalista con doppia nazionalità egiziana e Usa, i militari hanno annunciato che le elezioni si svolgeranno come previsto, prendendo avvio lunedì prossimo, 28 novembre.
La decisione non è comunque servita ad evitare un downgrading dell’Egitto da parte di Standard & Poor’s, che ha portato l’outlook del debito sovrano del Cairo da BB- a B+, sostenendo che il profilo politico economico già debole si è ulteriormente indebolito. La via Mohamed Mahmoud, teatro degli scontri più violenti degli ultimi giorni, è da un paio di notti fortemente presidiata da esercito e polizia, che con rotoli di filo spinato e una barriera in blocchi di cemento impediscono ai manifestanti di avvicinarsi alle strutture del ministero dell’Interno. ieri pomeriggio un gruppo di manifestanti ha tentato di scavalcare le barriera, facendo salire nuovamente la tensione, fino a quando un gruppo di medici in servizio negli ospedali da campo di piazza Tahrir non è intervenuto, schierandosi a scudo umano sulla barriera per impedire che i manifestanti la scavalcassero. “Ci diamo i turni, ci stiamo andando tutti”, racconta un giovane dottore che in camice bianco fa il volontario in uno dei vari ospedali nella piazza. “Abbiamo visto troppa gente intossicata con le convulsioni per i gas lacrimogeni. Non ne vogliamo vedere più e per questo ci mettiamo in mezzo”, ha spiegato.
Col passare delle ore piazza Tahrir si è nuovamente riempita, in vista dell’ultimo venerdì prima del voto di lunedì prossimo. In serata dalla piazza saliva lo slogan “no alle condoglianze e no alle scuse”, in risposta al comunicato del Consiglio militare, che in una conferenza stampa per illustrare il voto legislativo ha fatto capire di non avere intenzione di mollare la posizione. Lasciare il potere, come chiede la piazza da giorni, sarebbe “un tradimento del mandato ricevuto dal popolo” dopo la caduta di Hosni Mubarak, hanno detto due alti ufficiali del Consiglio militare. “Se dovessimo lasciare la guida del paese – ha detto il generale Mamdouh Shahin – significherebbe abbattere l’ultimo pilastro che regge lo stato”. Mentre per il generale Mokhtar Almullah “quei gruppi che cantano in piazza Tahrir non rappresentano il paese”. Solo dopo le insistenze dei giornalisti, il militare ha riconosciuto che “anche se non sono tutto l’Egitto, il parere di quei manifestanti va rispettato”.