E’giunta l’alba di una nuova e ritrovata socialità

Da domani milioni di cittadini si muoveranno dall’isolamento domestico, per raggiungere i luoghi di lavoro, per salutare i propri congiunti, per far sì che i nonni possano incontrare di nuovo i nipoti. Si potrà passeggiare, sempre nel rispetto delle regole sanitarie prescritte, nei parchi e fino a due chilometri di distanza dalla propria abitazione. Non sarà obbligatoria l’autocertificazione per motivi di lavoro o per svolgere attività motoria. E’ l’inizio di una nuova e ritrovata socialità. Dal punto di vista psicologico rappresenta una svolta.D’improvviso ciò che fino a prima della pandemia, sembrava ordinario, normale e a tratti scontato, da domani diventa straordinario, meraviglioso. Al di là delle norme o dei DPCM, il ritorno al libero arbitrio dipenderà da scelte che spettano solo a noi.Bisogna che ci facciamo tutti un esame di coscienza e valutiamo come comportarsi verso noi stessi e verso gli altri. Occorre consapevolezza su come ognuno di noi può contribuire a rallentare il contagio e a non esporre a pericolo la fascia di popolazione più debole. Occorre muoversi e ritornare ad una socializzazione intelligente, ragionata e non istintiva. La vera sfida, in poche parole, è essere consapevoli che il virus ci ha messo difronte nuove priorità. Ci possiamo salutare anche con un sorriso, con un inchino. Mentalmente dobbiamo convincerci che si presenta a noi un dilemma:quello che distingue un comportamento legale da quello morale. Ad una norma si può aderire per convenzione, per il timore di sanzioni o per convinzione. Comprendo i sostenitori del non rispettare alla lettera le regole troppo complicate, a tratti confuse se non contraddittorie tra di loro: è normale dopo due mesi di isolamento, ognuno di noi è provato e subentra un senso di ribellione verso un clima di controllo di tipo stalinista, contrassegnato indirettamente da inviti alla delazione di massa. Ma bisogna pur riconoscere che il comitato di salute pubblica, in questi due mesi, nonostante tanta confusione e pressapochismo, ha lavorato nel rispetto della Costituzione. Quindi le norme varate vanno rispettate, anche perché, in mancanza, si rischia di vanificare tutti i sacrifici fatti, e tornare di nuovo alla compressione delle tanto care libertà individuali. In ogni caso per un giudizio, su come chi ci governa ha operato, lo potremo dare disponendo dell’arma del voto, che nessun Covid al mondo potrà mai toglierci. E’ doveroso da parte nostra rivolgere un invito a chi ci governa che è quello di evitare il ricorso ad una pletora di norme, di regolamenti, spesso inutili e poco intellegibili, perché scritti da mani inesperte e inadeguate a ricoprire il ruolo che occupano. Ma pensare piuttosto a produrre l’essenziale che possa offrire a tutti i cittadini servizi pubblici e soluzioni alternative a chi torna dal lavoro e che capisce da solo che deve evitare luoghi affollati, lavarsi le mani ed osservare le distanze. Confidiamo più nel senso di responsabilità degli italiani, che fino ad oggi l’hanno dimostrato ampiamente, che nei tanti DPCM che si accavallano tra di loro in modo convulso.

Andrea Viscardi

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