Etty Peleg, ex moglie di Shmuel Peleg e nonna materna del piccolo Eitan, è indagata per il sequestro del bambino di 6 anni. La nonna materna del bambino, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone del 23 maggio, sarebbe stata in Italia assieme all’ex marito nei giorni precedenti al presunto rapimento.
La donna avrebbe potuto aiutare l’ex marito a portare il piccolo in Israele, dove è arrivato su un volo privato partito da Lugano. Ad accusare la nonna materna di complicità nel sequestro è stato lo zio paterno di Eitan, che vive con la moglie Aya, tutrice legale del bambino, a Pavia. Il ruolo della donna nell’inchiesta della Procura di Pavia per sequestro di persona, aggravato dal fatto che la vittima è un minorenne, è da verificare. Secondo alcune indiscrezioni la nonna materna sarebbe rientrata in Israele prima del giorno del presunto rapimento avvenuto venerdì scorso. La stessa Aya aveva raccontato comunque che il nonno, quando è arrivato a prendere Eitan per la visita che gli era stata concessa, ha parcheggiato lontano dall’abitazione e, dunque, non è chiaro se nell’auto ci fossero altre persone ad attenderlo. “La famiglia Peleg trattiene Eitan come i soldati dell’esercito israeliano sono tenuti prigionieri nelle carceri di Hamas” è la denuncia di Or Nirko – marito di Aya Biran, zia paterna del piccolo – in una intervista alla tv Canae 12. “La famiglia Peleg – ha aggiunto – si rifiuta di dire dove il bambino si trova. Lo nascondono in una specie di buco”. Alla domanda se sono andati all’ospedale Sheba per verificare la presenza di Eitan, Nirko ha risposto: “c’è andato mio fratello ma Eitan non c’è”.