Elezioni 2013. La Campagna elettorale è alle sue prime battute

Una campagna elettorale, per le elezioni politiche del 2013 che alle sue prime battute si rivela del tutto diversa da quelle precedenti, per la presenza di soggetti del tutto nuovi o quasi. Ma anche perchè i contendenti sono costretti ad inventarsi nuove strategie comunicative e per i veterani della politica, c’è soprattutto l’esigenza di inventarsi un’immagine nuova, con cui presentarsi agli elettori. Partiamo dal movimento politico di Mario Monti che è sicuramente il più nuovo, nasce sulle linee guida che hanno ispirato per un anno l’azione di Governo del suo fondatore. La novità consiste nel fatto che il Premier uscente ha dovuto smettere le vesti dell’accademico per indossare quelle del comunicatore, occupando in questi ultimi giorni tutti gli spazi televisivi a disposizione ed assumendo l’aria del fustigatore non ha risparmiato bacchettate a destra ed a sinistra, suscitando l’ira giustificata di esponenti del PDL e del PD. Questo suo modo di porgersi, almeno all’inizio, non credo gli abbia fatto aumentare i consensi. Ma la cosa più “innovativa” che un senatore a vita dia il suo nome ad un movimento politico che scende in campo per le elezioni, non si candida, ma viene indicato come candidato premier. Ma la nostra Carta Costituzionale lo consente? Opposta per ovvi motivi è la strategia messa in campo dal leader del PD, Pierluigi Bersani, che forte dei consensi ricevuti alle primarie e dai sondaggi che danno la sua formazione politica in forte e costante crescita, con un vantaggio sui suoi avversari che al momento appare incolmabile ostenta sicurezza e relativa tranquillità nonostante all’interno del PD le acque sembrano più agitate di quanto non si voglia far apparire. Quindi mentre il PD ha il problema di amministrare il vantaggio che i sondaggi gli  attribuiscono, per il terzo dei concorrenti, il PDL, c’è il problema di colmare il vistoso calo dei consensi verificatosi durante il Governo presieduto dal mentore: appare quasi una missione impossibile, ma da quando il Cavaliere ha ripreso in mano le redini della sua armata, con i suoi continui attacchi al Premier uscente, con il solito programma che promette sgravi fiscali e l’abolizione della tanto odiata IMU, sembra che il partito stia risalendo la scala dei consensi, certo allo stato non sono tali da poter impensierire il PD, ma sicuramente si colloca in modo saldo al secondo posto. Poi bisogna ancora vedere l’effetto che avrà sugli elettori delusi di Berlusconi il suo annuncio di non voler candidare il 90% dei parlamentari uscenti, oltre poi tener conto dell’alleanza con la Lega di Maroni. Infine arriviamo al quarto dei competitori, il movimento 5 stelle del comico Beppe Grillo. Esso ha fondato le sue fortune, non tanto sul contenuto dei suoi programmi, meri proclami privi di qualsiasi contenuto concreto, quanto sui mezzi per veicolarli: la rete, intesa come lo strumento per dar vita all’illusione della democrazia diretta. Ma poi, visto come il suo leader si è comportato nello scegliere i candidati da far partecipare alle primarie e il flop di partecipazione alle stesse, ha subito un forte calo nei consensi, subendo una progressiva erosione da parte del nuovo, rappresentato da Monti. Guardando, quindi, con attenzione il quadro rappresentato dalle forze politiche in campo, è probabile che le elezioni del 2013 vengano intese in futuro come un momento di svolta politica e sociale.

Andrea Viscardi

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