Mancano circa due mesi alle elezioni 2018 ma il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sembra voler mettere già in chiaro il suo ruolo nel caso in cui dal voto non esca una maggioranza in grado di formare il nuovo governo. Ospite di Fabio Fazio alla trasmisisone di Rai 1 ‘Che tempo che fa’ il premier ha spiegato che il suo ruolo finisce con le elezioni: ‘Io ho un impegno che finisce con le elezioni. Sono rispettoso con il Parlamento e i cittadini e bisogna dare alle elezioni il peso giusto. Se pensiamo che le elezioni sono un adempimento e poi continua come prima, non faremo un servizio alla democrazia. Le Elezioni sono importantissime, ogni cittadino può dire la sua, e le elezioni determineranno chi governerà, non l’ inerzia o una alchimia’.
Per Gentiloni il Pd può essere il primo partito alle prossime politiche: ‘Penso che per rispetto agli elettori dobbiamo dire intanto che c’è una sfida il 4 marzo molto importante: ci sono tre blocchi principali, il centrosinistra di governo, il centrodestra e il M5s. Penso sia molto rilevante quello che gli elettori decideranno. Il centrosinistra può essere la coalizione vincente, il Pd può essere il primo partito, sulla base di quello che siamo e quello che abbiamo fatto. Io insisto che per rispetto agli elettori bisogna dire ‘avete una scelta nelle vostre mani. Se gli diciamo che la scelta è di altri dopo le urne, non facciamo bene alla democrazia. Ci sono tre opzioni sul tavolo, ciascuno può scegliere, e ciascun blocco in teoria può avere la maggioranza. Io spero che l’Italia non giochi il ‘rischiatutto’ con forze che non sanno governare il paese. Penso che centrosinistra abbia dimostrato di saper governare’.
Il centrodestra a due mesi dalle elezioni vola nei consensi. Gli scenari del voto del prossimo 4 marzo elaborati dall’algoritmo di ‘YouTrend’ assieme alla società Reti e pubblicato da ‘La Stampa’, infatti, vedono grande favorita la coalizione di Berlusconi, Salvini e Meloni. Con democratici e pentastellati che la inseguono a distanze importanti e ritenute incolmabili dai sondaggisti. Il centrodestra potrebbe conquistare 137 seggi, quindi gliene servirebbero soltanto altri 20 per avere la maggioranza assoluta a Palazzo Madama.
Il fondatore di ‘YouTrend’, Lorenzo Pregliasco, ha confidato a ‘La Stampa’ che il centrodestra avrà ottime chance di vincere in Senato, senza bisogno di stringere alleanze post-elettorali, se in campagna elettorale riuscirà a crescere di altri due punti percentuali. L’algoritmo che ha sviluppato i possibili scenari – elaborato nel ‘Dossier Rosatellum’, dedicato alla legge elettorale e effettuato in base a stime e analisi sui singoli collegi di Camera e Senato – ha fissato intorno al 39 per cento la soglia che le coalizioni dovranno raggiungere per avere i numeri necessari a governare. Il centrodestra ce la può fare: secondo gli ultimi sondaggi, infatti, potrebbe vincere il 60 per cento dei 116 collegi uninominali del Senato. Il Pd invece avrebbe possibilità soltanto nelle regioni rosse, mentre i Cinque Stelle in Sardegna, Abruzzo e in qualche collegio in Sicilia e nelle città governate da sindaci M5S, come Roma e Torino, oltre a Genova.
I Cinque Stelle sono in difficoltà visto che, a detta dei sondaggi, i giovani, che rappresentano la forza vitale del Movimento, cominciano a simpatizzare principalmente per Fratelli d’Italia e Lega. Mentre tra gli over 55 invece ci pensa Forza Italia a fare il pieno di voti con punte del 40 per cento. Lo scenario delineato dal sondaggio Ixè pubblicato dall’Huffington Post non è favorevole al M5S, che sulla questione dell’età di chi il 4 marzo si recherà alle urne rischia di giocarsi tutto. E così se tra i giovani i grillini vanno forte tra gli over 55 non sembrano far proseliti.
Mentre, come ricostruisce il ‘Giornale’, il centrodestra moderato conquista consensi in modo omogeneo in tutte le fasce di età. Questo scarto generazionale potrebbe rappresentare un handicap per i grillini soprattutto in Senato, dove votano soltanto gli over 25, ragion per cui proprio a Palazzo Madama – che sarà determinante per formare la maggioranza di governo – potrebbero perdere qualche seggio. Un altro inconveniente, si legge ancora sul ‘Giornale’, per il M5S è rappresentato dal fatto che i sondaggi lo danno in vantaggio in modo omogeneo, con una forbice del 25-28 per cento, su tutto il territorio nazionale, senza particolari picchi. Quindi si prevedono buoni risultati nei 63 collegi plurinominali assegnati con il meccanismo proporzionale, ma c’è il rischio che i Cinque Stelle faticheranno invece a vincere nei 232 collegi uninominali, dove basta conquistare un voto in più dell’avversario per entrare alla Camera o al Senato.