Tutti sul palco per il comizio di chiusura del M5sprima delle elezioni del 4 marzo. ‘Noi siamo la generazione nata tra la età degli anni ’70 e la fine dei ’90. Ci hanno chiamato in tanti modi, ‘generazione X’, ‘millennial’. Ma noi siamo la generazione del ‘nonostante tutto’, perchè nonostante tutto ce la stiamo facendo’, dice Luigi Di Maio, rivendicando il diritto di cambiare un Paese in cui quelli che comandano, quelli che si candidano a governare sono sempre gli stessi da 20 anni.
Ed è proprio alla ‘sua’ generazione che il candidato premier del Movimento si rivolge, leggendo una lunga lettera-appello: ‘All’inizio sembrava tutto perfetto. I nostri genitori avevano un lavoro e il futuro sembrava assicurato. Poi mentre crescevamo tutto è cambiato all’improvviso. Ci siamo trovati ad affrontare un mondo che non eravamo stati preparati ad affrontare. Non è stato facile, anche perchè mentre ci attrezzavamo per prendergli le misure dovevamo sorbirci pure quelli che ci dicevano che era colpa nostra se non riuscivamo ad avere ‘successo’, se non compravamo la casa, se non ci sposavamo. Ci davano dei bamboccioni. Abbiamo spiccato il volo, il mondo è cambiato e noi noi siamo cambiati assieme al mondo. Siamo diventati grandi e vogliamo rivendicare il diritto a governare il cambiamento di cui il Paese ha bisogno. Noi vogliamo volare sapendo che c’è lo Stato che ti protegge se cadi. Nessuno sarà lasciato solo dallo Stato’, continua il candidato premier del Movimento in piazza del Popolo a Roma.
Se ci permettete di andare al governo vi consegneremo le chiavi delle istituzioni. Vogliamo andare al governo per darvi trasparenza e democrazia diretta, dice ancora Di Maio: ‘Non dobbiamo deludere l’aspettativa e la speranza dei cittadini italiani che ripongono in noi una fiducia immensa: da lunedì dobbiamo iniziare a fare tutto quello che abbiamo detto di fare. Vi posso dire che siamo a un passo dalla vittoria, il Movimento può vincere in tutti i collegi uninominali del Sud e in molti del Nord e possiamo avere così la maggioranza per governare. Nel 2013 siamo entrati in Parlamento come opposizione, stasera quell’era finisce e inizia quella del governo’.
Il vicepresidente della Camera poi chiama sul palco Alessandro Di Battista, Roberta Lombardi, Paola Taverna e Roberto Fico. A tutti riserva un abbraccio prima di cedere loro la parola, a cominiciare da Lombardi candidata alla presidenza della Regione Lazio. Fico invece spiega che ‘il Movimento non è una rivoluzione politica, è una rivoluzione umana: è un nuovo umanesimo’.
Di Battista ricorda che questo è il suo ultimo discorso da parlamentare per ora, ma resto sempre a disposizione di Luigi perché il Movimento è la mia seconda pelle. ‘Noi non siamo perfetti, abbiamo tutti i vizi e i pregi degli italiani, ma abbiamo regole interne che riducono incredibilmente la possibilità di sbagliare’, dice sicuro che ‘possiamo stravincere’.
Ultimo a prendere la parola Beppe Grillo. ‘C’è o non c’è? Ha fatto un passo indietro o di lato? Non potevo non esserci. Zitti, sono l’Elevato!’, dice il comico genovese scherzando sul suo ruolo all’interno del Movimento: ‘Noi siamo un paradosso vivente della politica mondiale. Noi nasciamo da un paradosso, dall’incontro di un grande manager, Gianroberto Casaleggio, e un buffone che è andava nelle piazze a gridare contro la Sip’, prosegue ricordando da dove sono partiti i 5 Stelle: ‘Può darsi che sia finito il periodo del vaffa, il nostro diritto al grido. Quando c’era silenzio noi abbiamo gridato ed era giusto il nostro diritto al grido. Il vaffa rimarrà, magari un vaffino’, aggiunge lanciando la sua sfida elettorale: ‘Con noi i partiti si sono sciolti come la diarrea, siamo rimasti noi e FI, diamo l’ultima spallata’.