“L’accordo tra Letta, Calenda e Della Vedova è un fatto positivo e accelera l’esigenza della definizione di programmi elettorali che siano anche capaci di parlare alle sensibilità dei diversi elettorati. Vorremmo farlo partendo da un tema centrale come quello del lavoro”, dichiara Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail.
“I dati divulgati dall’Istat – continua – relativi al mese di giugno forniscono alcune indicazioni positive, quantitative e qualitative, sul mercato del lavoro. L’occupazione complessiva supera nuovamente i 23 milioni di unità, di cui 18 milioni relative al lavoro dipendente. Il tasso di occupazione supera per la prima volta dal 1977 la soglia del 60%, anche a seguito del calo demografico. Il dato qualitativo, estremamente importante, è dovuto alla crescita a giugno dei contratti a tempo indeterminato: fin qui era avvenuto esattamente il contrario, con un significativo incremento dei contratti a tempo determinato che negli ultimi anni hanno reso più precario il mercato del lavoro”.
“In questo clima elettorale fortemente caratterizzato dai toni propagandistici, noi insistiamo per la definizione di un ‘programma popolare’ del Partito Democratico, capace nuovamente di parlare anche ai più fragili e agli ultimi, soprattutto a chi è più esposto ai colpi della crisi. Un punto di partenza per un programma popolare è quello di prevedere incentivi esclusivamente per le assunzioni a tempo indeterminato. Gli incentivi attualmente esistenti, a partire da Decontibuzione Sud, sono andati a vantaggio delle assunzioni sia a termine che a tempo indeterminato: il risultato è stato per questa fattispecie, secondo i dati dell’Inapp, solo del 15% per il lavoro stabile e per il restante 85% per i contratti a termine, occasionali interinali e stagionali. La nostra politica deve affermare, invece, un indiscutibile punto di principio: il contratto a tempo indeterminato deve essere la nostra stella polare e, perciò, deve costare meno del lavoro flessibile”.